Accoglienza bambini ucraini – Lo scoppio della guerra in Ucraina ha creato un grosso flusso di profughi di guerra nei paesi europei. Anche l’Italia è tra le destinazioni per chi cerca la salvezza. Molti italiani in queste settimane hanno mostrato interesse ad aprire le proprie case per poter accogliere donne e soprattutto minori che scappano dalla guerra. Tra le associazioni che tentano di gestire gli aiuti umanitari c’è quella da M’ama – Rete MammeMatte. Abbiamo parlato con due delle co-fondatrici, Emilia Russo e Karin Falconi.
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Associazione M’ama – Rete MammeMatte: la loro realtà prima della guerra


M’ama nasce nel 2017 da un obiettivo comune di tre professioniste a voler garantire ai minori, in particolare a quelli con disabilità, il diritto ad avere una famiglia. Emilia Russo, Karin Falconi e Viviana Bucciarelli con il loro background professionale e accademico riescono a garantire un sostegno giuridico, sociale e pedagogico sia ai minori che alla famiglia affidataria e adottiva. “Ci siamo rese conto nel 2017 che i servizi sociali facevano fatica a trovare una famiglia per bambini con bisogni speciali. Per questo ci siamo specializzate a cercare famiglie, formate dal servizio competente, che potessero accogliere bambini disabili, ragazzini molto grandi oppure bambini proveniente da realtà di abuso domestico”. A parlare è Emilia Russo che ci racconta l’origine della loro associazione.
La Rete MammeMatte si è trovata in prima linea nel settore di tutela dei minori già durante l’emergenza in Afghanistan. “Ci contattò il Tribunale per i minorenni di Genova, che ci ha chiesto sei famiglie per sei minori afghani. Nacque quindi il progetto Ospitazione. Il nome coniato dal figlio della mia collega che chiedeva perché non dessimo “ospitazione” anche ai bambini afghani”.
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Accoglienza bambini ucraini: il progetto “Ospitazione” durante la guerra in Ucraina
“Noi specifichiamo benissimo che questa è un’accoglienza straordinaria e temporanea. È gratuita e volontaria. Queste richieste di accoglienza soprattutto di minori non accompagnati non sono e non devono essere intese come un canale più rapido per l’adozione. La nostra comunicazione su questo tema è molto chiara”.
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Accoglienza bambini ucraini: il modulo dell’Associazione M’ama
“In questo modo noi riusciamo a offrire alle istituzioni un numero chiaro. Sia delle famiglie formate che non formate che sarebbero disposti all’accoglienza. Se le istituzioni regionali ritengono che le famiglie siano una risorsa adeguata, noi gli inviamo i moduli di chi ha mostrato disponibilità nella loro regione”. L’associazione diventa quindi un aiuto per le istituzione ad identificare famiglie disponibili all’accoglienza.