Alpini molestie – Alpini in tribunale. Il primo raduno post covid degli alpini ha rivelato tante situazioni molto spiacevoli. Centinaia di denunce per il corpo. Catcalling, molestie, violenze, atteggiamenti squalificanti. Le testimonianze sono molte e stanno facendo indignare il web.
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Alpini molestie: le testimonianze del raduno
Il confine tra l’essere goliardici e l’essere molesti è, spesso, molto sottile. E in questo caso pare proprio che gli alpini abbiano passato il segno. Video e testimonianze di ragazze, donne, negozianti e albergatori hanno dimostrato un atteggiamento che, dal goliardico, è sfociato in veri e propri atti molesti.
Chi testimonia tentativi ubriachi di rimorchio, chi molestie, chi palpeggiamenti. Molti hanno pubblicamente offerto rapporti a pagamento a diverse ragazze. Anche palpeggiamenti e approcci fisici in pubblica strada. Il tutto accompagnato da risatine imbecilli, cori (da stadio più che da alpi) e fischi d’apprezzamento. E non solo donne adulte: molti casi sono avvenuti ai danni di ragazze minorenni.
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Alpini molestie: le pubbliche denunce, il silenzio di Figliuolo e la furia di Guerini
Sono 250 finora le denunce finora arrivate. Il tutto mentre i vertici degli alpini tacciono. Anche il generale Figliuolo, raggiunto da alcuni giornalisti, non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione.
Dichiarazioni di fuoco, invece, sono arrivate dal ministro della difesa Guerini. “I comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi”, ha affermato il ministro dem. “Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non devono essere sottovalutati”. Una condanna senza se e senza ma da palazzo Baracchini di episodi “all’opposto dei valori degli Alpini”. “È sbagliato generalizzare, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza. Le molestie e le violenze non devono mai trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazione”.
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Alpini molestie: i commenti, la lettera aperta di Michael
Altri, invece, parlano di atti vergognosi che gettano discredito sul corpo. C’è chi responsabilizza i vertici di ANA (Associazione Nazionale Alpini), come Giovanni, 36 anni. “C’è una responsabilità morale dell’associazione organizzatrice e del corpo. E com’è possibile che le forze di polizia, presenti durante tutta la manifestazione, non abbiano visto nulla? C’erano Polizia di stato, carabinieri, penitenziaria, finanza e municipale”.
Anche un altro alpino, Michael Sommovigo, ha voluto lanciare una lettera aperta tramite lo spazio social dedicato dalla Federazione dei Giovani Socialisti. L’alpino in congedo, in una lettera molto commovente, non le manda a dire dalla pagina Facebook della FGS. “La denuncia arriva direttamente da Non una di meno di Rimini, che dichiara oltre 200 segnalazioni tra molestie e catcalling. Mentre l’Associazione Nazionale Alpini risponde che nessuna denuncia è stata presentata alle forze dell’ordine e punta il dito verso esterni all’associazione”. Afferma con vigore che “le penne nere non sono questo” e che “abbiamo un dovere morale verso tutte le donne e tutti gli uomini”. Di conseguenza “non ci si può girare dall’altra parte”.