Alzheimer: insieme ad AMNESIA per conoscerlo e imparare a gestirlo

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VILLARICCA – Nel 2010 nasce l’Associazione AMNESIA, per l’esigenza di aiutare le famiglie di persone affette da demenza a conoscere e gestire meglio la malattia. Presso la sede, in corso Italia 395, iniziano i corsi di formazione rivolti alle diverse professioni su come gestire casi del genere, soprattutto di Alzheimer. (Leggi anche : Nutri-Rare a Città della Scienza: 12° giornata dedicata alle malattie rare) Il comune di Villaricca, dal 2017, ha aderito al Dementia Friendly diventando uno dei 16 comuni italiani a istituire una comunità amica delle persone affette da demenza. L’impegno è di sensibilizzare la cittadinanza sull’Alzheimer e sostenere le persone che ne soffrono.

Alzheimer, perché spaventa tanto?

alzheimerL’Alzheimer rappresenta il 60% dei casi di demenza nel mondo. Una diagnosi ogni 3 secondi, i più a rischio sono gli over 80. Non ci sono certezze sui fattori scatenanti la patologia. “Spesso la degenerazione cerebrale inizia prima della comparsa dei sintomi ma, data l’età avanzata, si dà la colpa alla vecchiaia”, spiega la Dottoressa Patrizia Bruno presidentessa dell’associazione AMNESIA. “Purtroppo non esistono cure che guariscano la demenza. Quello che possiamo fare è accompagnare il progredire dell’Alzheimer tutelando la dignità della persona”. Sfatiamo comunque un mito: solo nell’1% dei casi la malattia è ereditaria-.

Identifica i 10 segni premonitori dell’Alzheimer

Capita a tutti di avere momenti di confusione. Non spaventarti, è normale! Attenzione se i seguenti sintomi sono frequenti durante la giornata:

  1. Perdita di memoria: dimenticare nomi e date. ripetere la stessa domanda.alzheimer
  2. Difficoltà nella pianificazione o risolvere problemi:
    avere difficoltà nel ricordare una ricetta abitudinaria o non ricordare con quale sequenza ci si vesta.
  3. Difficoltà a completare compiti familiari: dimenticare, ad esempio, le regole di un gioco o di come si guida l’auto.
  4. Disorientamento: perdere totalmente l’orientamento, non riconoscere luoghi comuni, data, stagione, orario.
  5. Difficoltà visuo-spaziali: problemi di rappresentazioni visive, nel gestire le distanze, nel riconoscere colori (come del semaforo)
  6. Difficoltà a trovare le giuste parole: nominare gli oggetti con altri nomi o non ricordare come proseguire la frase.
  7. Riporre gli oggetti in posti inusuali: mettere le chiavi nel frigo è un esempio. Perdere un oggetto e cercarlo in posti assurdi. Spesso l’alzheimer porta ad accusare i familiari di aver sottratto oggetti che sono stati semplicemente riposti in luoghi di cui non ci si ricorda.
  8. Diminuzione o scarsa capacita di giudizio: perdere la cognizione del valore dei soldi. smettere di prendersi cura di sé e delle persone care.
  9. Ritiro dalle attività lavorative o sociali: decidere di ritirarsi dal lavoro, di non seguire più lo sport preferito, evitare rapporti interpersonali con amici e familiari.
  10. Cambi di umore e personalità: diventare depressi, rabbiosi, confusi, ansiosi, facilmente irritabili.

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Amnesia, consigli utili per gestire il Black out cognitivo

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  • “La calma è la regola numero 1!” Dice la dottoressa Caterina Francone, psicologa e psicoterapeuta in cognitivo comportamentale. “Chi ha l’Alzheimer, anche dopo aver perso l’uso delle parole, è capace di interpretare le espressioni emotive facciali”.
  • Rispettate i loro tempi. “Spesso devo far notare ai familiari che le reazioni nervose sono innescate dalla loro ansia e frustrazione”
  • Usare frasi concrete. Lo dice il Dott. De Rosa Gugliemo, psicoterapeuta in gestalt (buone forme). Il cervello è in degrado quindi meglio approcci diretti. Anziché: -Hai sete?- meglio: -Vuoi un bicchiere d’acqua?-.
  • Instaurare fiducia. Toni calmi e distanza di sicurezza (circa 1 metro). Chiamarlo per nome anziché riferirsi a “lui” in terza persona.

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