Amadeus lascia Sanremo: l’ennesimo scoop del Festival della Musica Italiana che tanto sta facendo discutere. In seguito alla proposta dei “figuranti” come pubblico fisso, sono sorti dei problemi tra la produzione del suddetto programma. E dopo il no per le comparse in platea lanciato dal Ministro Franceschini, Amadeus è pronto ad abbandonare la nave.
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Amadeus lascia Sanremo: Fiorello lo segue


Pubblico o non-pubblico? Questo è il dilemma! A causa dell’emergenza sanitaria dovuta dal Covid-19, il festival quest’anno sarà diverso dalle edizioni precedenti. Nonostante ciò, Amadeus e Fiorello non avevano perso il loro entusiasmo: sì agli spettatori, naturalmente con le dovute precauzione dettate dal protocollo igienico-sanitario. Ma l’annuncio, diffuso a Che Tempo che Fa, a distanza di pochi giorni scema d’importanza. “L’Ariston è un teatro come tutti gli altri”, questo il tweet di stamani del Ministro Dario Franceschini. “Il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”. In proposito, il direttore artistico e conduttore Amadeus pare essere pronto a firmare le dimissioni. Con lui anche Fiorello, suo amico nel mondo dello spettacolo e nella vita. Entrambi hanno sempre tentato di difendere i concorrenti in gara, affermando che per loro non è possibile esibirsi in un teatro vuoto. Ma le proteste degli utenti del web e le bacchettate da parte di altri colleghi si fanno sentire. I vertici della Rai sono attualmente in riunione per valutare come procedere.
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Amadeus lascia Sanremo? Interviene il Presidente della Liguria


Giovanni Toti, il Presidente della Regione Liguria, è direttamente intervenuto nella questione Sanremo. “Per serietà bisognerebbe aspettare qualche giorno prima di parlare di pubblico”, sono le sue parole a Radio Capital. “Bisogna capire agli inizi di marzo come sarà la situazione del Paese. Se cambierà la legislazione a fine febbraio sarà consentito anche a Sanremo avere qualche libertà in più, riaprendo poi anche i teatri.”