Ameba mangia cervello: c’è da preoccuparsi? La notizia in questione arriva oltreoceano, precisamente sulla costa est degli States. In Florida, infatti, un uomo è morto a causa di un’infezione indotta da un’ameba mangia cervello. La vittima, con ogni probabilità, ha contratto l’infezione causata dal microrganismo Naegleria fowleri dopo aver fatto lavaggi nasali con dell’acqua contaminata. Come si apprende dal CorSera, non è l’unico caso che è stato registrato negli Stati Uniti
Come è stato anticipato, il microorganismo che ha ucciso l’uomo in Florida porta il nome di Naegleria fowleri. Quest’ultimo è un microrganismo dalla struttura semplicissima che è in grado di infettare diversi animali, in particolari i mammiferi. Gli uomini possono imbattersi in questo microrganismo se nuotano all’interno di laghi o fiumi contaminati o anche nel caso in cui dovessero farsi dei lavaggi nasali con le suddette acque. Anche le piscine non pulite correttamente potrebbero trasmettere questo parassita. Cosa fa questo parassita? Una volta entrato nel nostro organismo, il parassita tende a risalire le cavità nasali e risale lungo il nervo olfattivo, arrivando fino al cervello. Qui comincia a riprodursi, utilizzando il tessuto cerebrale come fonte di sostentamento.
Inutile girarci intorno: l’infezione da ameba ha una letalità attestabile ben oltre il 90%. In particolare, suddetta infezione può causare la meningoencefalite amebica primaria, malattia che colpisce il sistema nervoso centrale. I sintomi sono: mal di testa, nausea, vomito, febbre, disorientamento, torcicollo, perdita di equilibrio, convulsioni e allucinazioni. Se non presa in tempo essa può portare alla morte nell’arco di una settimana.
Un altro caso simile si ebbe a Seattle nel 2018. Una donna contrasse un’altra ameba, chiamata Balamuthia mandrillaris, dopo aver utilizzato un irrigatore nasale. Al contrario della Neaglaria fowleri, la Balamuthia è un parassita più difficile da intercettare. Al microscopio, infatti, viene confuso con le cellulari.