Ankara bandiera ucraina strappata dalle mani di un rappresentate ucraino da un suo omologo russo: finisce in rissa. Se dovesse servire ancora qualche prova rispetto alla tensione (altissima) che corre tra i due popoli, il video diventato virale su Twitter ne è la lampante dimostrazione. Per placare la rissa è stato necessario l’intervento degli uomini della sicurezza.
Ankara bandiera ucraina strappata dalle mani: la vicenda
Come è stato anticipato, la vicenda ha avuto slancio mediatico tramite un video diventato virale su Twitter pubblicato da Jason Jay Smart (corrispondente speciale del Kyiv Post). Nel suddetto filmato è possibile vedere un deputato russo avvicinarsi con passo deciso a un collega che stava mostrando la bandiera dell’Ucraina delle telecamere. Riesce a strappargliela con la forza per poi allontanarsi. Il delegato non ci sta e reagisce; lo rincorre e con schiaffi e spintoni riesce a riprendersi la bandiera ucraina. Per sedare la zuffa tra rappresentanti è stato necessario l’intervento degli uomini della sicurezza.
Ankara bandiera ucraina strappata dalle mani: l’antefatto
La tensione, con ogni probabilità, deve essere cresciuta nell’aria a causa di quello che era accaduto durante il vertice. Come riportano alcune agenzie di stampa, infatti, i membri della Verkhovna Rada dell’Ucraina hanno provato a interrompere il discorso della delegazione di Putin sventolando le bandiere del proprio paese. Tuttavia, il tentativo è stato osteggiato dal presidente del parlamento turco Mustafa Sentop. Quest’ultimo ha ordinato la rimozione dei vessilli e ha imposto l’allontanamento dei rappresentanti ucraini.
Il conflitto, come è stato già ampiamente raccontato sulle colonne di InformaPress, non riesce a trovare una conclusione. Quindi ambo gli schieramenti da oltre un anno subiscono un lento e costante logorio; non solo in termini di risorse e vite umane, ma anche dal punto di vista mentale. Un esempio è l’accusa che Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, fa ai vertici militari russi in un video fatto circolare su Telegram. Il capo dei mercenari accusa il capo dello Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini. I vertici militari russi, secondo Prigozhin, non avrebbero adeguatamente rifornito le sue truppe.