Antonio Bottone omicidio ancora irrisolto, la famiglia non trova pace. Venne ucciso per errore il 6 novembre 2016 da ignoti durante un agguato di camorra. Il tutto avvenne nei pressi di una cornetteria dei Colli Aminei. L’obbiettivo era un suo amico, Daniele Pandolfi,affiliato al clan dei Vastarella secondo la DDA. A quasi 5 anni da quel giorno, l’uomo indicato come killer è stato assolto. La famiglia disperata lancia quindi un appello a tutti, camorra compresa. Chiede di conoscere, anche in forma anonima, l’autore di quell’omicidio.
Antonio Bottone omicidio: i fatti del 6 novembre 2016
Il luogo è una semplice cornetteria nei pressi dei Colli Aminei. Qui, un gruppo di ragazzi, sta parlando così come farebbero tanti altri coetanei. Tra questi vi sono due persone protagoniste di ciò che avverrà. Uno è Antonio Bottone, l’altro è Daniele Pandolfi, ritenuto dalla DDA affiliato al clan Vastarella. Per le strade c’è un clima di guerra, in particolare con i rivali del clan Sequino. Proprio quella notte avviene un agguato alla pasticceria che mira a Pandolfi. Qualcuno si avvicina a loro e preme il grilletto. Tuttavia a pagarne le spese è Antonio Bottone. La vittima non aveva mai avuto a che fare con la malavita. La sua unica colpa era stata quella di non prendere le distanze dal suo caro amico. Una scelta che si è rivelata fatale. Al momento dell’agguato era presente anche un ragazzino di 12 anni, fortunatamente uscito illeso.
Antonio Bottone omicidio: le indagini, il processo e l’appello dei familiari
Poco dopo l’omicidio, Daniele Pandolfi, affiliato dei Vastarella, decide di collaborare. Tuttavia è proprio la sua collaborazione a compromettere il processo. Quanto meno queste sono le affermazione di Sergio Pisani, avvocato della vittima. Le definisce infatti come confuse e approssimative. Non di grande aiuto dunque per inquirenti e giudice. Motivo che porterà quindi il giudice a respingere la richiesta di ergastolo posta dal PM per il presunto killer. Tuttavia quest’ultimo potrà, tra 90 giorni, ricorrere in appello. Intanto la famiglia lancia un messaggio disperato: “Il processo è finito e noi ancora non sappiamo, dopo tutto questo tempo chi ha ucciso il nostro Antonio”. Affermano i familiari per poi rivolgersi a chiunque (letteralmente), in cerca di un nome: “Rivolgiamo un appello a chiunque sappia qualcosa, anche a chi appartiene alla camorra: per favore, diteci chi è stato, anche in forma anonima”.