Arco Borbonico Napoli: storia di un crollo annunciato

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Arco Borbonico Napoli
Dal sito ufficiale di "Identità Insorgenti"

Arco Borbonico Napoli – Nel tardo pomeriggio di sabato 2 gennaio, il maltempo ha distrutto l’ultima testimonianza del vecchio porticciolo partenopeo. L’arco, che risale al ‘700, era da tempo abbandonato e lasciato privo di cure. Si reggeva precariamente su un masso e la situazione è degenerata a causa della violenta mareggiata dei giorni scorsi.

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Arco Borbonico Napoli, è solo colpa del maltempo?

Arco Borbonico Napoli
Arco Borbonico Napoli. Foto dal sito ufficiale di “Identità Insorgenti”

Arco Borbonico Napoli – Nella serata del 28 dicembre, il capoluogo campano è diventato scenario di una violenta ondata di maltempo. Le forti raffiche di vento hanno generato un’intensa mareggiata che ha letteralmente distrutto buona parte del lungomare di via Partenope. Danni importanti, oltretutto, sono stati riscontrati anche dai ristoratori della zona. Durante quella stessa serata, anche l’Arco Borbonico ha subìto il duro colpo della tempesta. A tenerlo ancora in equilibrio vi erano solamente un masso instabile e le puntellature con dei tubi irrisori. Così, nel tardo pomeriggio di sabato 2 gennaio è crollato, portando con sé l’ultima testimonianza del vecchio porticciolo partenopeo. Il maltempo ha giocato un ruolo importante nell’accaduto ma, di pari passo, anche l’incuria e l’abbandono hanno fatto la loro parte. Rimangono l’amarezza e il disappunto per aver perso un’importante testimonianza di grande valore storico.

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Arco Borbonico Napoli: la storia dell’antico porticciolo partenopeo

Arco Borbonico NapoliLa costruzione dell’Arco Borbonico, sul lungomare di via Partenope, risale al ‘700. Era l’approdo dei pescatori e dei “luciani”, ovvero gli abitanti del vicino borgo di santa Lucia. Questi ultimi erano molto apprezzati dalla dinastia dei Borbone, infatti i reali vi si affidavano spesso per le proprie scorribande lungo il golfo partenopeo. Si narra anche che il Re Ferdinando I fosse solito travestirsi da pescatore per gareggiare sulle barche da pesca insieme ai marinai di Santa Lucia. L’approdo, dopo la gara sulle “varchetelle”, era proprio l’Arco Borbonico. A partire dall’800, divenne il terminale dello scarico fognario, cominciando il suo lungo decorso fino ai giorni nostri. Inutili e vane le promesse della politica di restaurarlo. L’ultima testimonianza al riguardo è stata quella di Daniela Villani, delegata al mare del Comune di Napoli, nel 2018.

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L’arco borbonico napoletano era uno degli ultimi resti di quello che, all’epoca dei Borboni, era lo sconfinato lungomare napoletano, prima che una colata di cemento lo rendesse ciò che è ora. A conservare una storia affascinante resta solo un’ultima testimonianza: la Colonna Spezzata. Si trova ora a Piazza della Vittoria ed è il monumento a tutti i caduti in mare.

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