Armin Greder illustra “Mediterraneo”, un silent book che fa rumore

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Continuano i pomeriggi culturali a Pomigliano d’Arco, dove la cultura è intesa come mezzo per smuovere coscienze e avvicinare il prossimo alla nostra anima. Il tutto lasciando da parte pregiudizi, timori e colori politici. È proprio questo il senso dell’incontro di sabato 19 ottobre alla libreria “Mio nonno è Michelangelo” nella quale è stato ospitato il grande illustratore Armin Greder. L’artista ha raccontato la sua opera “Mediterraneo”, e non da solo. Infatti gli artisti Carla Merone e Christophe Mourey hanno realizzato una meravigliosa installazione di mare e di uomini e una performance artistica. L’incontro è stato arricchito dalle osservazioni di Maria Carmela Polisi, “padrona di casa” e di Paolo Cesari di Orecchio Acerbo, casa editrice dell’opera.

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Armin Greder e il “suo” Mediterraneo: una denuncia muta

armin grederDopo “L’isola”, che affrontava il tema della xenofobia e del razzismo, “Mediterraneo” è una narrazione tramite immagini dei naufragi e delle morti dei migranti che avvengono nel nostro mare e che troppo spesso rifiutiamo di guardare. Quello di Armin Greder è un racconto illustrato che denuncia la nostra indifferenza.

Si tratta di un silent book, un atto di accusa muto, silenzioso. Ma è un silenzio potente che fa sussultare le coscienze di chi lo guarda. Entrare in contatto con questo libro è un “pugno nello stomaco”. Le illustrazioni sono disarmanti per la veridicità e la crudeltà. Come una fotografia nuda e cruda.

Un’opera che rovescia la storia del nostro mare, da sempre via di integrazione. Oggi invece sembra essersi trasformato in un “mostro” che ingloba anime alla ricerca di un futuro meno tormentato.

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Mediterraneo e lo scivolare verso il fondo dell’umanità

armin grederArmin Greder definisce la sua opera come “Una protesta contro il nostro modo di Essere umani”.

“Dopo aver finito di annegare, / il suo corpo scivolava / lentamente / verso il fondo, lì dove i pesci lo aspettavano.”: è questa l’unica frase in apertura del libro. Le immagini che seguono la frase mostrano plasticamente le sue parole e una chiusura scontata. I pescatori catturano i pesci e li vendono.

Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore morto recentemente, nella sua postfazione spiega che l’autore porta in superficie un aspetto drammatico. Il silenzio attorno a migliaia di morti in mare, divorati dai pesci che poi arrivano sulle nostre tavole. Il nesso tra vivi e morti è reso brutalmente evidente.

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Mediterraneo: la rivelazione di Armin Greder

armin grederIl mio libro è dedicato a Nunziatina – rivela Armin Greder – che un giorno ha deciso di non mangiare più pesce. È la nonna di una mia amica, per lei è stato insopportabile il pensiero di tutti quei morti in mare. Ed è diventato anche il mio pensiero fisso. In Italia mi è sempre piaciuto mangiare il pesce. Ma come potevo non pensare alla catena alimentare, ai corpi mangiati da animali che sarebbero arrivati nel mio piatto? Mediterraneo è nato così, è sempre stato tutto nella mia testa. Di solito le storie hanno processi lunghi di ideazione e di realizzazione. Ma con Mediterraneo è accaduta una cosa mai successa prima, mi è sembrata una grande illuminazione, è quello che avviene.

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