NAPOLI – Gli studenti del triennio del Liceo Mazzini di Napoli (indirizzo scienze umane e linguistico) sono i protagonisti di un progetto di didattica a distanza davvero innovativo. Guidati dalla professoressa Ileana Manco, si sono calati nei panni dei personaggi raffigurati in famose opere d’arte, riproducendone pose, espressioni e dettagli. Il risultato è davvero entusiasmante. Il progetto ha riscosso grande successo tra gli studenti, è esploso sui social e ha attirato l’attenzione della stampa. Per parlare di questo e del rapporto tra arte e quarantena, Informa Press è riuscita a intervistare proprio la professoressa Manco.
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Arte fatta in casa: #iorestoacasaconArte
Salve Professoressa Manco e grazie per aver accettato di raccontarsi ai lettori di Informa Press. Il suo progetto di didattica a distanza #iorestoacasaconArte sta avendo un grandissimo successo. Si aspettava un simile riscontro?
“Non è la prima volta che propongo ai miei alunni iniziative particolari. Tuttavia, quando questo progetto ha cominciato a riscuotere successo, non ci potevo credere. All’inizio pensavo che i tableaux vivants dei ragazzi mi piacessero per la particolare condizione di “cattività” che stiamo vivendo. Poi ho capito che ero di fronte a qualcosa di veramente bello, qualcosa di realizzato col cuore. Così ho informato il dirigente scolastico Gianfranco Sanna che, entusiasta dei lavori dei ragazzi, ha deciso di pubblicarli sul sito della scuola. Ho inviato inoltre una mail al MIUR per segnalare il progetto. E il Ministero lo ha apprezzato molto e condiviso subito sui canali social, coinvolgendo anche la stampa“.
Arte e quarantena: dal Mazzini un’iniziativa contagiosa
Da dove nasce l’idea?
Come i suoi studenti hanno accolto l’iniziativa?
“Inizialmente è stato difficile. I ragazzi non avevano voglia di fare molto, anche per la particolare condizione psicologica che stiamo vivendo. Poi qualcuno di quinta ha cominciato a darmi ascolto e questo ha stimolato anche tutti gli altri. È stato contagioso, in senso positivo ovviamente. I ragazzi hanno cominciato a aiutarsi tra di loro, hanno coinvolto madri, padri e parenti che si sono improvvisati truccatori e costumisti. È diventato davvero un momento di cultura e divertimento. E i ragazzi sono diventati essi stessi un’opera d’arte“.
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Pro e contro della didattica a distanza
“Quando abbiamo saputo di dover passare alla didattica a distanza e alle videolezioni, molti docenti erano dubbiosi e spaventati. Non è semplice l’insegnamento senza la meraviglia del contatto con gli studenti. Tuttavia ci siamo messi in gioco e a totale disposizione dei nostri alunni, offrendo loro anche un supporto psicologico e emotivo per affrontare al meglio questa situazione. E i ragazzi hanno apprezzato i nostri sforzi. Hanno capito che siamo come loro, che abbiamo paura come loro e che stiamo cercando di reagire a questa situazione come loro e insieme a loro. Molti hanno addirittura affermato che sentono la mancanza della scuola e dei loro professori. Non mi sarei mai aspettata di sentire una cosa del genere!”.
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Arte e vita
“L’arte è comunicazione. Ci dà la possibilità di essere liberi perché non è manovrata dai cliché della vita e della società. Nel momento in cui si entra in contatto con l’arte si è liberi di esprimersi, di essere veramente se stessi e anche altro da sé.
L’impegno con cui i ragazzi hanno abbracciato l’iniziativa fa capire proprio la loro volontà di evadere. Hanno usato l’arte come mezzo per rivendicare la libertà che gli è stata negata.
È importante che i giovani imparino a lasciarsi prendere dalle cose piuttosto che perdersi in esse. Sono spesso annoiati e persi in questa gioventù fatta di certezze fatue, di priorità inutili, di rapporti rapidi e facili, del tutto e subito. Bisogna educarli alla bellezza di appassionarsi a qualcosa. È una sfida ardua, ma dona un’impagabile soddisfazione.”