Gli studiosi di AstraZeneca chiedono ulteriore tempo prima di rilasciare ufficialmente il vaccino contro il Covid-19. Tale scelta viene giustificata dai risultati, emersi nelle scorse sperimentazioni, che necessitano di altri studi.
Ti consigliamo come approfondimento – Negazionisti: dalla Peste al Covid non è cambiato niente in 400 anni
I risultati di AstraZeneca sul vaccino contro il Covid-19


Gli scorsi mesi i ricercatori dell’Università di Oxford hanno dato il via alle sperimentazioni del vaccino creato contro il Covid-19. I risultati riscontrati hanno tuttavia mostrato qualcosa di strano: l’efficienza del prodotto ha una media del 70%.
Al principio dei test il gruppo di volontari è stato diviso in seguito a un procedimento non programmato:
- Un gruppo ha ricevuto metà dose del vaccino al primo mese, mentre al secondo è stato sottoposto a un richiamo intero;
- La restante metà delle persone ha ricevuto la dose intera del vaccino in entrambe le sedute.
Inaspettatamente, ad aver riportato il 90% di efficacia del prodotto è stato il primo gruppo, mentre il secondo ha registrato percentuali più basse.
Sarah Gilbert, professoressa dell’Università di Oxford, crede che l’iniziale dose inferiore abbia permesso al sistema immunitario di abituarsi alla presenza esterna, per poi farlo agire con il richiamo completo. Il dubbio resta, poiché è il primo vaccino ad aver riportato a tale riscontro in questo modo. La professoressa non esclude la possibilità che la risposta si celi nella qualità delle prestazioni immunitarie dei volontari.
Ti consigliamo come approfondimento – Covid-19, l’OMS: “Il vaccino, da solo, non metterà fine alla pandemia”
Pascal Soriot: il vaccino contro il Covid-19 è valido


Nessun altro dettaglio inerente al presunto errore è fuoriuscito dall’intervista fatta da Bloomberg a Pascal Soriot, il capo di AstraZeneca, in partnership con i produttori del vaccino. Non ha dunque messo in discussione la validità del farmaco, bensì ha riportato il volere degli esperti. Vorrebbero studiare il fenomeno per più tempo. Non è tuttavia previsto alcun ritardo per il rilascio del prodotto, che avverrà nei prossimi mesi in tutta Europa.
Stando all’opinione di Moncef Slaoui, il capo di Operation Warp Speed, (la task force americana incaricata di trovare il vaccino per il Covid) i membri del gruppo che ha riportato i risultati migliori avrebbero meno di 55 anni. Sarebbero, perciò, persone più predisposte a sconfiggere il Covid-19.
Ti consigliamo come approfondimento – Andrea Crisanti, il medico scettico sui vaccini: “Non mi fermerei al primo”
L’opinione degli studiosi: “Il vaccino contro il Covid-19 è necessario”


La sera del 26 novembre a Piazza Pulita, programma di La7, Andrea Crisanti è tornato a parlare del Covid-19. “Non me lo farei (il vaccino) in assenza di dati. È chiaro che con i dati me lo faccio” afferma in puntata. “La mia era una richiesta di mostrare questi dati per convincere tutti. […] Penso che in questo momento la vaccinazione sia la strategia che dobbiamo seguire. […] Se oggi fossimo nella situazione in cui eravamo a giugno, saremmo stati quasi fuori dal tunnel. Avremmo avuto tutto il tempo per organizzarci.”
Mentre alcuni giorni prima a intervenire sull’argomento è stato Massimo Galli, professore di Malattie Infettive dell’Università di Milano. A Uno Mattina ha detto che niente esclude la possibilità che ci siano effetti collaterali. Questi, secondo lui, potrebbero manifestarsi anche tra dieci anni.