Si è giunti finalmente a un’intesa sul futuro di Autostrade per l’Italia (ASPI). La società privata che gestisce in concessione quasi 3.000 chilometri di rete autostradale, è controllata da una holding di cui la famiglia Benetton è socia di riferimento. L’accordo prevede una riorganizzazione dell’assetto societario di Autostrade, con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e un ridimensionamento delle quote Benetton.
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Autostrade: la trattativa
Dopo ore di trattative, i Benetton ha accettato le condizioni del governo. Le loro quote nella società passeranno dall’attuale dall’attuale 88% al 10-12%. È previsto, invece, l’ingresso dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, società controllata dal Ministero delle Finanze.
Il processo si dividerà in due fasi:
- La Cassa Depositi e Prestiti entrerà in società con il 51%. Con lo scorporo di Atlantia, i Benetton arriveranno a ottenere il 12–10%, soglia che li esclude dal Cda;
- La successiva quotazione in borsa vedrebbe una società con un azionariato diffuso alto – circa il 50% – nella quale potrebbero entrare nuovi soci, riducendo ulteriormente il peso dei Benetton.
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Autostrade: il comunicato da Palazzo Chigi
- Un nuovo assetto societario;
- Nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia.
Il Consiglio dei Ministri ha avviato l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione. Relativamente alla transazione, la proposta prevede:
- Misure compensative a esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;
- Riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;
- Rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;
- Aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;
- Rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;
- Accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
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Autostrade le stime dell’accordo
- La sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di Cdp;
- L’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;
- La cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di Cdp, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;
- La scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante.
In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a Cdp e a investitori istituzionali di suo gradimento.
Secondo le stime più accreditate, Autostrade per l’Italia sarà valutata tra i 9 e i 12 miliardi. Cpd, con il suo 33%, verserà tra i 3 e i 4 miliardi nelle casse della società (contro i 7 che lo Stato avrebbe dovuto pagare per revocare la concessione o i 23 se il contenzioso fosse andato male).