A Reggio Emilia si può andare alla toilette senza sentirsi appartenenti ad alcun genere di sesso. Si chiamano bagni gender free e sono un simbolo, oltre che un provvedimento vero e proprio, del Comune di Reggio per la lotta alle discriminazione di genere e orientamento sessuale. (Leggi anche – Terzo genere sessuale, è legge in Germania! Uomo, donna e…”Vario”!) Il Protocollo Operativo, firmato lo scorso 19 aprile, avrà una durata quinquennale e sarà, quasi sicuramente, rinnovato alla scadenza.
Bagni gender free: una conquista di civiltà
Lo scorso 17 maggio 2017 a Reggio Emilia fu sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la formalizzazione del Tavolo Interistituzionale per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone LGBT. Un importante segno di apertura da parte della città emiliana, madre delle unioni civili in Italia con il matrimonio, avvenuto tre anni fa, tra lo scrittore Piergiorgio Paterlini e il giornalista Marco Sotgiu.
Recentemente, un altro grande passo avanti è stato fatto per combattere il “minority stress”, cioè quella “vulnerabilità psicosociale” con cui, quasi inevitabilmente, si viene a fare i conti quando si è LGBT (o comunque parte di una qualsiasi minoranza). Questo il provvedimento preso nel protocollo: “uso non discriminatorio dei bagni tramite la predisposizione di bagni gender free o la possibilità per i dipendenti in transizione di accedere al bagno del proprio genere elettivo”.
Hanno aderito all’iniziativa: il Comune, la Provincia, il Tribunale e gli Istituti Penali di Reggio Emilia; l’Azienda sanitaria USL-IRCCS; l’Università di Modena e Reggio Emilia; l’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale e l’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia di Reggio Emilia; la Fondazione Mondinsieme e la Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio Emilia; l’Associazione ArciGay Gioconda.
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Gli altri provvedimenti anti-discriminatori
Oltre all’inserimento di bagni gender free, Reggio Emilia si impegna nel perseguire altri provvedimenti anti-discriminatori. Eccone alcuni:
- Una verifica periodica dei firewall della rete interna dell’amministrazione comunale. Questo affinché non sussistano barriere su termini come “gay”, “lesbica”, “transessuale”, “transgender”;
- Aggiunta nei moduli dell’opzione “altro”, quando si richiede il genere;
- I dipendenti degli enti aderenti potranno adottare il proprio alias in caso di fase di transizione;
- Gli studenti LGBT potranno accordarsi confidenzialmente con l’Ateneo per l’inserimento del proprio alias sulla propria student card.
Tutto per esprimere l’ideologia di fondo dell’intero progetto: “promuovere e garantire le libertà individuali, i diritti umani e civili e il principio di uguaglianza senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.