I verdetti dei ballottaggi: harakiri della destra a Verona e Catanzaro, ma a vincere sono i moderati

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ballottaggio comunali

I ballottaggi 2022 offrono uno scenario più chiaro della situazione politica-amministrativa del paese. Le nuove sindacature sono note, tra riconferme e sbalorditivi ribaltoni. Ma ciò che esce realmente rafforzato da queste comunali è il popolo dei cosiddetti partiti minori.

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Ballottaggio comunali 2022: i risultati

ballottaggio comunaliA distanza di 15 giorni tornano ai seggi gli italiani in tredici capoluoghi di provincia. L’affluenza continua a scendere, con la partecipazione di solo il 42% degli aventi diritto. Rispetto al primo turno, il crollo è del 12%. Rispetto ai ballottaggi 2017, il crollo è di circa cinque punti percentuali.

Il risultato più roboante è sicuramente quello di Verona, dove il sindaco uscente di centrodestra, Sboarina, perde contro l’ex calciatore Tommasi. Le fratture tra il delfino veronese di Giorgia Meloni e l’ex leghista Flavio Tosi parrebbero essere la causa della sconfitta in un feudo del carroccio.

Anche Catanzaro va al centrosinistra in maniera rocambolesca, dopo un harakiri elettorale di Valerio Donato. A Parma il delfino di Pizzarotti vince anche grazie al campo largo, così come a Piacenza il blocco riformista PD-Azione e liste civiche straccia la concorrenza, anche quella pentastellata. Anche Alessandria torna in mano dem.

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Ballottaggio comunali 2022: il quadro delle comunali

elezioni referendum, enruco letta nuovo segretario pd, ballottaggio comunaliComplessivamente, tra primo e secondo turno, lo scenario è di molto cambiato. Sui 26 comuni capoluogo di provincia al voto, di cui 2 capoluogo di regione, al centrodestra sono in 13 ad andare, 10 ai centri-sinistre nelle varie composizioni e 3 vanno a candidati di terzi poli e liste civiche.

Al centrosinistra vanno Alessandria, Cuneo, Lodi, Monza, Padova, Verona, Parma, Piacenza, Taranto e Catanzaro. Al centrodestra, invece, vanno Asti, Belluno, Gorizia, Genova, La Spezia, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L’Aquila, Barletta, Palermo e Oristano.

Nel complesso, a brindare maggiormente tra i vincitori sono le forze di centrosinistra. Ma le vittorie di maggiore prestigio fanno brindare il centrodestra, con la vittoria nei due capoluoghi di regione. Tra le città strappate al centrosinistra Palermo risulta essere un fiore all’occhiello. Al netto delle problematiche di propagande moraliste e problemi giudiziari a pochi giorni dal voto, infatti, il centrodestra ha trionfato sull’assenza assoluta di candidato sindaco e proposta alternativa del centrosinistra.

Complessivamente, 15 i cambi colore su 26 comuni, e a uscirne ridimensionato è sicuramente il centrodestra che, rispetto a cinque anni fa, passa da 16 comuni a 13, perdendo in Lombardia (3 su 3), Piemonte (2 su 3), oltre a Verona e un importante avamposto in Emilia-Romagna.

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Ballottaggio comunali 2022: il trionfo del “centro” e dei piccoli

Renzi Gp Bahrein, ballottaggio comunali
Dal profilo Facebook ufficiale di Matteo Renzi

Se guardiamo ai risultati di chi è eletto sindaco, è palese che a vincere siano stati o centrosinistra o centrodestra. Ma a guardare bene i dati dei partiti, è chiaro che il centrosinistra o il centrodestra da soli non bastano a vincere.

A Palermo, Lagalla ha vinto anche e soprattutto grazie al centro: la lista di Italia Viva è stata la terza più votata della coalizione, la quarta della città. E complessivamente, le componenti centriste e moderate hanno portato al neo-sindaco di Palermo circa il 24%. E il blocco riformista e liberale di Ferrandelli è stata di fatto l’unica alternativa concreta.

Italia Viva, Azione, Più Europa, Articolo Uno e Partito Socialista Italiano hanno mosso molte più masse di quanto si stimasse. Soprattutto quando credibili, quando hanno coinvolto i giovani e quando hanno lavorato sul territorio.

L’ingresso di molti giovani nei comuni, soprattutto grazie ai partiti di Speranza, Calenda, Renzi e Nencini (che hanno intercettato l’elettorato deluso di un Movimento 5 stelle imploso), è la dimostrazione che inclusione dei giovani e progettazione politica sono due soluzioni che pagano.

Il centro torna prorompente a pesare. I partiti “piccoli” si dimostrano poi non così tanto piccoli e ininfluenti. I partiti “maggiori” si dimostrano sovrastimati e, spesso, dei giganti d’argilla.