Bambino sbranato – Tragedia in Costarica, dove un bambino è stato trascinato in un fiume da un coccodrillo, che l’ha poi sbranato davanti genitori. Una comunità è stata sconvolta dalla notizia, che rapidamente ha fatto il giro del mondo; l’hanno infatti ripresa le più importanti testate internazionali. Ma andiamo meglio a vedere cosa è successo.
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Bambino sbranato in Costarica: ecco cosa è successo
Julio Otero Fernández, questo il nome del bambino, stava visitando il fiume Matina a Limón, nella parte orientale del Costa Rica, (tanto per intenderci, quella che si affaccia sull’Atlantico) quando è stato trascinato via dal rettile.
Il bambino, di appena 8 anni, si stava divertendo a sguazzare nel fiume, con l’acqua che gli arrivava alle ginocchia. All’improvviso il rettile lo ha visto e prima lo ha portato via davanti ai suoi genitori e poi lo ha sbranato.
Il corpo del ragazzo non è stato ancora trovato. I suoi genitori, Don Julio Otero e Margini Fernández Flores, ancora sconvolti per quanto accaduto, stanno cercando di trasferirsi nella vicina Nicaragua. Così vogliono proteggere gli altri quattro figli, di età compresa tra i 3 e i 16 anni.
Le autorità stanno dando la caccia al rettile, per recuperare il corpo del piccolo, ma le forti piogge che stanno interessando la zona rendono impossibile ogni ricerca.
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Bambino sbranato in Costarica: l’appello dei genitori
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“Non possiamo più restare qui; ogni angolo della città ci ricorda di nostro figlio e di quanto eravamo felici insieme a lui. I suoi fratelli tentano di essere forti ma si vede che soffrono. Ma soprattutto non possiamo restare qui perché mentre si proteggono i coccodrilli, per evitare che vadano in via d’estinzione, non ci si rende conto che possono uscire dai fiumi e colpire le persone.
E fa davvero paura pensare che un giorno una tragedia come quella di nostro figlio possa succedere a chiunque.”
Tatiana Díaz, direttore regionale della Croce Rossa di Limón, ha aggiornato la stampa sullo stato delle ricerche. “È molto probabile che il coccodrillo abbia nascosto il bambino in una delle sue tane sott’acqua. Ma le tane sono parecchie e noi non abbiamo uno schema per controllarle”. Il corpo del bambino resta dunque sott’acqua, in attesa di nuovi sviluppi.