La notte appena trascorsa – quella tra il 28 e il 29 giugno – porta il nome di un’antichissima tradizione. Si tratta della barca di San Pietro, un rituale attraverso il quale i contadini – soprattutto nelle regioni settentrionali del nostro Paese- scoprivano il destino dei loro raccolti.
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Cos’è la barca di San Pietro?
- Un uovo;
- Dell’acqua;
- Un contenitore di vetro.
Occorre riempire Il contenitore d’acqua e porvi l’albume dell’uovo. Quest’ultimo dovrà essere riposto con delicatezza, avendo cura di non mescolarlo. Il tutto andrà sistemato all’aperto, generalmente in giardino o su un davanzale, per tutta la notte che va dal 28 al 29 giugno. Il mattino seguente si compirà la “magia”. L’albume avrà assunto delle particolari strutture che ricordano la forma di una vela. Secondo la tradizione è San Pietro che soffia sull’acqua e da all’albume una particolare conformazione.
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Buona o cattiva sorte?
- Se queste appaiono aperte indicherebbero giornate di sole e un domani prospero;
- In caso contrario, “vele” chiuse preannunciano piogge e giorni sfortunati.
Il fenomeno è dovuto all’escursione termica tra la notte e il giorno. Il freddo e l’umido della notte agiscono sulla densità dell’albume, che cade lentamente verso il fondo del contenitore. Tuttavia, quest’ultimo risalirebbe a causa del caldo emanato dalla terra sottostante, immagazzinato durante il giorno. Al mattino, poi, l’albume sarebbe ulteriormente riscaldato, “issando le vele”. Tali fattori determinano quindi la caratteristica forma da cui sarebbe possibile dedurre l’avvenire.