L’impero dei Big Pharma in Europa: chi decide le sorti dei vaccini?

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Big Pharma Europa: siamo nel pieno della terza ondata pandemica. I vaccini scarseggiano, e il piano di distribuzione ideato dalla Commissione europea sta mostrando le sue falle. Ma di chi è davvero la colpa? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza fra le responsabilità di Big Pharma e quelle dei governi nazionali. 

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La campagna vaccinale europea in balia di Big Pharma 

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Big Pharma Europa

Finora le multinazionali del farmaco hanno disatteso i patti con l’Europa: ritardi nelle consegne da parte di Pfizer e Moderna; tagli del 60% nelle consegne del primo trimestre, che passano da 80 a 31 milioni, da parte di Arstrazeneca. Le multinazionali giustificano ritardi e mancanze menzionando difficoltà nei processi di trasferimento dai siti produttivi.

I presidenti dei paesi membri UE chiedono a gran voce un cambio di rotta. L’Europa è troppo lenta nella vaccinazione di massa. Al 25 febbraio scorso solo il 7% della popolazione adulta dell’Unione Europea aveva ricevuto almeno una dose di vaccino – contro il 90% dei vaccinati in Israele, il 60% negli Emirati Arabi, il 30% nel Regno Unito e il 20% negli Stati Uniti. Questi ultimi concluderanno la vaccinazione degli adulti con due mesi di anticipo rispetto al previsto, grazie all’applicazione del Defense Production Act (DPA). L’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione adulta in Europa entro l’estate si allontana sempre più.

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Big Pharma Europa: Draghi inverte la rotta

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L’ingresso di Mario Draghi nel ventaglio dei premier comunitari ha segnato un drastico cambio di rotta. In occasione del suo primo Consiglio UE, lo scorso 25 febbraio, Draghi ha espresso disappunto nei confronti delle multinazionali dei farmaci. “Le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate” ha detto. Due sono i piani su cui intende muoversi il neopresidente. Da una parte la produzione dei vaccini nel nostro paese e dall’altra l’apertura a una campagna vaccinale extra-UE.

Già nei prossimi mesi l’Italia dovrebbe produrre i propri vaccini. Astrazeneca e Johnson&Johnson stanno valutando di costruire centri di produzione vaccini nel Lazio, e questo renderà il nostro paese autonomo entro fine anno. Inoltre, un accordo appena firmato con la Russia permetterà di produrre il siero Sputnik V a partire dal prossimo luglio. In questo modo si otterranno 10 milioni di dosi entro fine anno. L’Italia è il primo paese UE ad aver siglato un simile contratto. 

Oltre a questo, Draghi è stato il primo presidente europeo a vietare l’export dei sieri prodotti in Italia e diretti fuori dalla UE. Per quanto riguarda i vaccini non ancora approvati dall’EMA, si guarda all’Ungheria che ha giocato d’anticipo e ha già ricevuto 40.000 dosi del siero russo Sputnik V.

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Big Pharma Europa: la denuncia di Manon Aubry all’Europarlamento

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L’eurodeputata Manon Aubry (dal suo profilo Twitter ufficiale)

Contro la dittatura delle aziende farmaceutiche in materia di vaccini, qualcuno inizia a far sentire la propria voce. Nel suo intervento al Parlamento Europeo di qualche giorno fa, l’eurodeputata francese Manon Aubry ha lanciato accuse forti alla Commissione Europea e, in particolare, alla presidente Ursula Von der Leyen.

“Come ha potuto accettare di prostrarsi così davanti alle case farmaceutiche nella gestione della strategia vaccinale? Ho l’impressione che i dirigenti delle case farmaceutiche hanno fatto la legge al suo posto. Su negoziati e contratti mancanza di trasparenza totale. Tutte le informazioni più importanti come il prezzo, il calendario delle consegne o il dettaglio delle clausole di responsabilità sono coperti” ha denunciato Aubry. La deputata ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla responsabilità della commissione per il disastro sanitario in atto. “La Commissione deve rendere conto. Abbiamo il diritto di sapere, perché questi vaccini sono stati pagati con i nostri soldi.”

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