Bimbo guida motoscafo video: polemica sui social per un video girato in località Pozzano, in provincia di Napoli. Nel video si vede un bimbo di circa 5 anni che guida un motoscafo e il padre che lo incita a non correre. Il video in questione è stato postato su TikTok. La vicenda è stata commentata via social dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
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Bimbo guida motoscafo: video virale sui social
Scattata l’ennesima polemica sui social a causa di un video scioccante. Il video in questione, divenuto virale, mostra un bambino di circa 5 anni che guida un motoscafo in mare. Tale video sarebbe stato girato a Castellamare di Stabia, località Pozzano, in provincia di Napoli. Nel video postato su TikTok si sente il padre che incita il figlio ad andare piano. Non sembrerebbe un video finto ma vero. La polemica sui social è scattata immediatamente dopo la pubblicazione. Sulla vicenda il primo ad intervenire è stato il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha postato alcune immagini tratte dal video. Il primo commento del consigliere di Europa Verde è stato: “Una follia inaccettabile. Sia subito identificato l’autore e intervengano i servizi sociali. Un trionfo di ignoranza e irresponsabilità che non può e non deve rimanere impunito.”
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Bimbo guida motoscafo video: commenta il consigliere Borrelli
Il duro commento sui social del consigliere regionale non finisce qui. Infatti, Borrelli ha anche scritto: “Sta impazzando su Tiktok il video, realizzato nelle acque di Castellammare di Stabia, di un bimbo di pochi anni alla guida di un motoscafo a velocità sostenuta. Filmato dai presenti che sembrano apprezzare questa vergognosa scena e invitato da un adulto ad andare più piano il protagonista, suo malgrado, di questo video è stato poi offerto in pasto ai social network. Bisogna risalire immediatamente a tutti i protagonisti di questa vergogna identificando i genitori del piccolo e facendo intervenire i servizi sociali. La deriva di incapacità genitoriale emerge in modo sempre più evidente sui social network. Contro questo fenomeno inqualificabile c’è bisogno di fare rete. Devono scendere in campo i servizi educativi, la scuola e anche i cittadini che assistono a queste mostruosità. Chi osserva e ride senza opporsi è complice.”