Bimbo morto culla madre condannata a scontare dieci anni di carcere: questa è la decisione della Corte d’Assise di Como. Il padre, invece, è stato assolto. I giudici hanno anche chiesto di approfondire la posizione dei medici che si sono presi cura del piccolo Liam durante il suo ricovero. Vogliono avere la certezza che gli operatori della salute non abbiano, al tempo, omesso dei dettagli.
Bimbo morto culla madre condannata: qual è la causa del decesso?
Questa storia ha luogo nel lontano ottobre 2015 ed è situata a Ballabio, Comune in provincia di Lecco. Nel giro di pochi giorni il piccolo Liam, 4 mesi, viene ricoverato per due volte. La prima transizione in ospedale avviene a causa di una caduta dalle braccia della madre. Tenuto sotto osservazione per 48 ore, la madre si ripresenta al cospetto dei dottori perché suo figlio presenta degli strani e preoccupanti rigonfiamenti sulla testa. Segue un’altra fase di ricovero e successivamente le dimissioni. Ma a 72 ore dal rientro a casa, Liam muore nella sua culla. Inizialmente le cause della sua morte sono sconosciute: un primo esame testimonia il soffocamento, mentre il secondo suggerisce una polmonite. La malattia non diagnosticata né tantomeno trattata apre le indagini per omicidio colposo. I primi indagati sono i genitori.
Bimbo morto culla madre condannata: ora si indaga sui medici
Un terzo medico legale ipotizza un ulteriorescenario. Si tratta di morte dovuta a un arresto cardio-respiratorio causato da un danno celebrale. Il trauma sarebbe stato provocato in seguito ai due periodi di ricovero, e dunque inesistenti agli occhi dei dottori. Tale scenario farebbe pensare alla mano della madre. È lei, infatti, che rinviene il cadavere del figlio alle sei del mattino. Il padre, come dichiara agli inquirenti, è fuori casa da prima dell’alba per questioni lavorative. Perciò, la Corte d’Assise di Lecco punta il dito contro la genitrice, condannandola a dieci anni. Viene tuttavia chiesto alla Procura di ritornare a indagare sui medici che si sono presi cura di Liam per verificare che non ci siano omissioni che avrebbero potuto mutare le condizioni del neonato.