Bonus 18app addio? Forse no. Facciamo chiarezza

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Bonus cultura 18app
Immagine dal profilo Facebook ufficiale di 18app

Bonus 18app abolito? È una delle notizie che stanno maggiormente circolando sui social, ma quanto c’è di vero? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Iniziamo però a fare qualche spoiler: la situazione è grave, ma forse non troppo.

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Bonus 18app abolito? Facciamo chiarezza

Bonus cultura 18 abolito bonus 18appÈ dicembre, e a dicembre ogni anno ogni governo italiano si impegna su una sola cosa: la legge di bilancio. Come sempre i tempi sono risicatissimi e siamo arrivati al momento degli emendamenti, cioè tutte le proposte che vengono dall’opposizione e dallo stesso governo per modificare quella che è stata la prima bozza della legge, praticamente bocciata da tutti coloro che avessero voce in capitolo (Corte costituzionale, Corte dei conti etc). Come sempre il momento degli emendamenti è un festival di proposte più o meno sensate, ma spesso con una cosa in comune. Cioè quella di essere considerati spesso e volentieri inammissibili.

Tra questi emendamenti ce n’è uno di maggioranza che sta facendo parecchio discutere: l’abolizione del bonus 18app. L’emendamento è firmato dai deputati Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia).

Per bonus 18app (dal nome dell’app attraverso la quale si può usare) si intende il bonus cultura che permetteva ai diciottenni di poter avere 500 euro da spendere in attività culturali in tutti i negozi fisici e online convenzionati. Si andava dal possibile acquisto di dispositivi di studio a libri, abbonamenti per il teatro o il cinema, ma anche concerti, fiere e musei.

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Bonus 18app abolito? Arriva la carta cultura

bonus 600 euro bonus 200 euro dipendentiLa marea di polemiche che ha travolto la maggioranza (a cominciare dalla parte politica che il bonus 18app lo aveva voluto, cioè quel Renzi che adesso ha creato una nuova federazione con Carlo Calenda) ha spinto i firmatari dell’emendamento a fare chiarezza.

L’idea, secondo il il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Federico Mollicone (FdI), tra i firmatari dell’emendamento, è quella di creare una carta cultura che renda le regole di pagamento più chiare (non più libri scolastici, per esempio, altrimenti la carta rischia di diventare un “ammortizzatore sociale”) e magari abbia un legame con l’Isee, così da avvantaggiare le fasce più bisognose.

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I soldi previsti con il bonus andrebbero a finanziare il nuovo Fondo pe lo spettacolo, adesso chiamato fondo nazionale per lo spettacolo. Insomma un rimescolamento di carte. I soldi resteranno in “zona cultura” ma dovremo tutti fare attenzione. La cultura è tra i pilastri del territorio, non dobbiamo farcela scappare.

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