Bonus matrimonio: la proposta della Lega che ha fatto molto discutere

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Bonus matrimonio

In Italia negli ultimi 10 anni il numero di matrimoni religiosi è calato di un terzo. Invece le giovani coppie che prediligono il matrimonio civile rappresentano circa il 46%. È di certo una questione economica, ma non solo. (Leggi anche – Matrimonio? Arriva il pizza bouquet). Da qui, la proposta della Lega già denominata bonus matrimonio.

Bonus matrimonio: a quanto ammonta e a chi spetta

Il bonus matrimonio consiste in una detrazione fino a 20.000 euro in 5 anni. È rivolto a giovani sposi under 35 a basso reddito che decidono di sposarsi con il rito religioso. Sarà possibile richiedere l’agevolazione fiscale per:

  • fiori decorativi;
  • passatoia e libretti;
  • abiti per gli sposi;
  • servizio di ristorazione;
  • bomboniere;
  • servizio di coiffeur e di make-up;
  • servizio del wedding reporter;

Bonus matrimonioLe spese devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano per i matrimoni celebrati dal 1° gennaio 2019 e i beneficiari del bonus devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.

Per poter usufruire del bonus, le giovani coppie under 35 anni dovranno avere un ISEE, dichiarato al 31 dicembre 2018, non superiore a 11.500 euro a persona.

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Come ottenere il bonus

Per rientrare tra gli aventi diritto alla detrazione, le spese dovranno essere riportate nella dichiarazione dei redditi: questo significa che gli importi dovranno essere saldati con bonifico o con carta di credito (o debito) perché tutto sia poi tracciabile e verificabile. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Bonus matrimonio: divampano le polemiche

Esclusi da tali vantaggi tutti gli omosessuali che scelgono di legarsi tramite unione civile Bonus matrimonioe tutte le coppie eterosessuali che optano per sposarsi in municipio. Già qui sorgerebbe un primo probabile problema di incostituzionalità della proposta. L’articolo 3 della Costituzione afferma chiaramente che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza e di religione”. Dove sarebbe, in tal caso, la parità della dignità sociale?

Il principio di laicità dello Stato, inoltre, implica la totale equidistanza e imparzialità della legislazione rispetto a tutte le confessioni religiose (compresa la scelta dell’ateismo).

Non si vuole assolutamente discutere la disponibilità di aiutare giovani coppie a sposarsi e mettere su famiglia. Ma tale possibilità dovrebbe essere aperta a tutti quelli che ne hanno diritto. Indipendentemente dal rito che si sceglie e dal sesso degli sposi. Nel pieno rispetto dei principi costituzionali.

Voi cosa ne pensate?

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