Brucia fratello intercettazioni da parte dei Carabinieri nella macchina dell’accusato rivelano come l’uomo non si sia mai pentito di aver ucciso il fratello. Nei giorni successivi all’omicidio le Forze dell’Ordine hanno registrato l’uomo che felice e spensierato cantava nella sua vettura.
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Brucia fratello intercettazioni dopo l’omicidio
Antonio Martone è stato accusato circa una settimana fa di aver bruciato vivo il fratello minore, Domenico per poter incassare l’assicurazione a suo carico. Circa un anno fa era stato lo stesso Antonio ad aver convinto il fratello a stipulare una polizza sulla vita. Circa 300mila euro di cui l’assassino sarebbe stato l’unico beneficiario. Un piano per lungo tempo escogitato dal 36enne che voleva usare i soldi per scappare con la fidanzata in Thailandia. Ragazza che Antonio ha presumibilmente conosciuto durante il suo lavoro da cuoco sulle navi da crociera. L’uomo aveva intenzione di iniziare una nuova vita ai danni del fratello. Quest’ultimo secondo l’autopsia era ancora vivo mentre bruciava davanti al fratello maggiore che lo ha guardato morire prima di gettare i resti del corpo nel bosco di Lettere.
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Brucia fratello intercettazioni nella macchina dell’accusato
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Brucia fratello: le immagini di video sorveglianza
Il fratello è stato il primo ad essere interrogato dopo il ritrovamento del corpo del fratello. Antonio subito però nega di averlo visto o di essere stato nei pressi del luogo del ritrovamento. Prima bugia sventata dalla immagini di sorveglianza trovate dai Carabinieri. Dalla immagini si vede Antonio che carica in macchina due taniche di probabilmente benzina che sarà usato per appiccare l’incendio. In seguito si vede Antonio far salire il fratello in macchina e dirigersi verso le campagne. Secondo le indagini degli inquirenti Antonio avrebbe adescato il fratello proponendogli un’uscita a quattro. Usando un numero sconosciuto avrebbe scritto a Domenico facendosi passare per una donna polacca e organizzando un incontro in campagna con un’altra sua amica. A differenza dell’omicidio perfetto che Antonio Martone ha creduto di escogitare, le prove in possesso degli inquirenti lo faranno condannare per omicidio premeditato di primo grado.