BTS Casa Bianca domande: “Non si possono fare”. E per quale motivo? I sette ragazzi della boyband più famosa al mondo si sono recati presso la White House per schierarsi, ancora una volta, contro il razzismo e ogni forma di crimine d’odio. Ecco cosa è successo.
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Dall’Asia con furore, ecco chi sono i BTS
Giovani, belli e ricchi d’energia e talento – ecco chi sono i BTS. Chiamati anche Bangtan Boys, sono una boyband formatasi nel 2013 a Seoul ma diventata famosa in tutto il mondo. È composta da sette membri: Jung-kook, Park Ji-min, V, Suga, Jin, RM e J-Hope. Il loro stile, la loro musica e i loro sorrisi hanno conquistato fan da ogni dove. Le loro ammiratrici (ma non mancano anche uomini) si chiamano Army. Questo appellativo è una correlazione con le tematiche di fondo che la band affronta in ogni canzone che realizza. La capacità di superare gli ostacoli, crescere affrontando la quotidianità, rafforzare la mente e lo spirito fronteggiando ciò che può creare un danno. Ed è proprio questo impegno personale e collettivo che ha spinto i sette idoli a volare fino in America.
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BTS Casa Bianca domande: la lotta contro il razzismo verso gli asiatici
Se c’è un aspetto della società che mette all’angolo una popolazione all’avanguardia come quella che abita tutta l’Asia, è proprio il razzismo. Vera e propria emarginazione sociale, è molto diffusa in un Paese multietnico come l’America. Gli Stati Uniti, fondati dall’incontro di più popoli uniti dal desiderio di libertà, sperimentano invece ogni giorno nuovi modi per escludere il prossimo. Ma modernità significa anche superare i pregiudizi e le fattezze fisiche. Proprio per questo motivo, il Presidente Joe Biden ha ospitato la boyband presso la Casa Bianca. Elegantissimi nei loro completi neri, i sette ragazzi hanno suddiviso il loro discorso in parti uguali. Rivolgendosi alla sala stampa un po’ in inglese e un po’ in coreano, loro lingua madre. Stop al razzismo, ai crimini d’odio e start al vivere come un’unica grande comunità – ecco il punto focale del loro intervento.
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BTS Casa Bianca domande a vuoto? Silenzio tombale in sala
Milioni di persone si sono collegate per sentire le voci dei sette ragazzi di Seoul. Eppure, dopo quella manciata di minuti trascorsa a lanciare un messaggio importante, sono seguiti attimi di silenzio generale. Una donna ha provato a porgere una domanda, ma è stata interrotta dall’arrivo di Karine Jean-Pierre, l’addetta stampa di Biden. “Dobbiamo andare avanti, dobbiamo andare avanti”, ha detto con un sorriso di scuse. “Non si possono fare domande. Grazie, ragazzi”, ha aggiunto invitandoli a scendere. Il dubbio sorge in maniera spontanea: perché dopo un discorso su una tematica così importante e delicata, i BTS non hanno potuto rispondere alle domande dei giornalisti?