Bullo vs disabile: i prof ignorano gli sputi, il compagno li denuncia nel tema

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Bullo denunciato tema, il primo è l’attante antagonista, il secondo il verbo d’azione, il terzo il mezzo. Colui che ne fa uso è invece un suo compagno di scuola. Quest’ultimo ha infatti approfittato di un tema di classe per denunciare gli atti di bullismo verso un suo compagno. Il riferimento dei fatti è ad una scuola torinese nel 2015/16 eppure soltanto ora si è giunti alla loro narrazione. Un ragazzo disabile è la vittima di questa storia. Nel mezzo della denuncia anche il prof. di sostegno e quello di potenziamento. L’accusa è di aver ignorato volontariamente i fatti.

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Bullo denunciato tema: il racconto dei fatti

roma disabile picchiata, bullo denunciato tema,Atti di bullismo in quel di Torino durante l’anno scolastico 2015/16. A questo si riferisce il tema scritto da quel ragazzo durante quell’anno. “Non è vero che tutti sono uguali, c’è chi si approfitta di altri”. Inizia così il tema del giovane che denuncia gli atti di bullismo nei confronti di un compagno disabile. Altra accusa rivolta poi ai docenti di sostegno e di potenziamento: “Non potevano non vedere”. Sputi, schiaffi e insulti, questo ciò che il giovane ha dovuto subire. Tuttavia l’incredibile coraggio di un suo compagno di classe è servito per salvarlo da quell’inferno. Al bullo e ai docenti sono invece toccate poi le conseguenze delle loro azioni per via processuale.

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Bullo denunciato tema: la sentenza del tribunale

consiglio di stato, bullo denunciato tema,Il tema del ragazzo era stato ignorato dai professori, forse anche volutamente. Tuttavia la voce è circolata sino alla madre del ragazzo disabile. Quest’ultima ha subito cambiato scuola al figlio e denunciato l’accaduto. Si è così costituita parte civile, venendo difesa dall’avvocato Michela Malerba. Da qui le indagini del pm Mario Bendoni. Queste non solo hanno riportato in auge i fatti ma anche punito il corpo docente per non essere intervenuto. L’insegnante di sostegno ha patteggiato un anno di pena, quello di potenziamento ne rischia quasi due. Il bullo invece, all’epoca dei fatti troppo piccolo, non è stato processato. Tuttavia ha seguito un percorso di consapevolezza, scrivendo una lettera di scuse alla vitta. In quest’ultima ammette di aver “fatto cose orribili”.