Ciao “MAMME ULTRAS“, volevo ringraziarvi ancora una volta per le numerose e-mail e per i messaggi che mi avete inviato, che sono un reale riscontro che mi fa pensare di essere sulla strada giusta. Ci siamo lasciati lo scorso numero con la storia di Maria, 33 anni, e del suo piccolo “Guerriero di Luce” di nome Fabio! (Leggi qui la prima parte della storia) Questa madre e la propria famiglia hanno dovuto affrontare un sentiero irto e molto complicato. Una malattia senza un nome e un figlio con difficoltà che forse vengono da lontano. Forse un aiuto inspiegabile, un “miracolo” li hanno messi sulla strada giusta?
Scopriamolo insieme nella seconda parte di questa storia difficile ma di puro coraggio.
La luce in fondo al tunnel
Una decisione difficile
“I medici ci propongono un trapianto del midollo osseo, perché è l’unica cosa da fare. Subito però ci espongono il rovescio della medaglia. Le probabilità di successo sono 1 su 2 milioni, inoltre le condizioni fisiche e vitali di Fabio non rientrano nei parametri ideali per affrontare questo tipo di intervento. Tra mille dubbi e tanta paura, io e mio marito, con un peso nel cuore, abbiamo acconsentito all’operazione, anche perché l’unico donatore compatibile con mio figlio ero proprio io al 50%. Sfido chiunque a non provarci! Abbiamo confidato in Dio e pregato affinché Egli operasse tramite i medici. Nel frattempo mio marito Paolo lascia il posto di lavoro e ci trasferiamo in pianta stabile a Roma per essere più vicini a Fabio. Arriva il giorno del trapianto, il 27.07.2011. Una data che non dimenticherò mai più. Una lunga giornata passata tra trepidazione, irrequietezza e sensi di colpa, ma il Signore ci ha premiati: l’intervento si è concluso brillantemente.”
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Alla fine di questo lungo cammino, Fabio è vivo
Le vie del Signore sono infinite
“Oggi Fabio ha 8 anni. È cerebralmente sano, è tracheostomizzato (operazione chirurgica, a livello del collo, che crea una via di passaggio per l’aria destinata ai polmoni. Ciò permette alla persona di respirare nuovamente e/o correttamente), ha ancora la PEG e fa terapie per superare frustrazioni che si porta ancora dentro. È un bambino vivace, va a scuola ed è amato da tutti. Io ringrazio Dio per la forza che ha dato a me e a mio marito di non arrenderci mai, soprattutto nei momenti bui. Egli opera in molti modi e le Sue strade sono infinite. Infatti mi ha concesso un altro dono: mia figlia Daniela. I medici volevano mi affidassi alla fecondazione assistita con l’embrione femminile. Mi sono rifiutata. Nel gennaio 2017 sono rimasta incinta. La gravidanza è stata molto dura: ho avuto una minaccia d’aborto. Mi sono recata all’ospedale più vicino e mi dicono che il battito della bambina non c’era. Senza perdermi di coraggio, sono andata a consulto in un altro ospedale e accertano la presenza del battito della bambina. Alleluia! È stato solo un altro errore umano. Daniela è nata a settembre ed è portatrice sana della Sindrome di Ipex. Il cammino di Fabio è ancora lungo e io spero con tutto il cuore che possa guarire completamente.”
Condividiamo il dolore e moltiplichiamo il coraggio!
Allora, Mamme e Papà, se ritenete che possa esservi di aiuto, scrivetemi. Leggerò ogni storia, la condividerò (con il vostro consenso), e anche con l’aiuto dei nostri esperti, cercherò di rispondere a eventuali domande o dubbi.
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