Campania scuole aperte, il Tar accoglie il ricorso: in classe dall’11 gennaio

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Foto del Governatore Campania dalla pagina Facebook ufficiale di Vincenzo De Luca

Svolta in Campania scuole aperte da martedì 11 gennaio 2022. Il tribunale amministrativo regionale accoglie il ricorso del Governo e dei genitori. La Campania non è in zona rossa. Negli atti depositati dalla Regione Campania si adduce a un elevato rischio. Nel prossimo mese si prevede che i posti letto saranno occupati più del 50%. Smentisce il Tar. Le misure messe in atto sono adeguate alla salvaguardia della salute degli studenti.

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Campania scuole aperte dall’11 gennaio, il Tar a favore dei genitori

Campania ScuoleNulla da fare per l’ordinanza 1/2022 firmata dal Presidente della Regione Campania. La sezione Quinta del Tar, presieduta da Maria Abbruzzese, non è d’accordo con i provvedimenti attuati. Dunque nessuna Dad per gli studenti campani. Da martedì 11 gennaio 2022 si torna in classe. Provvedimento valido per le scuole di qualsiasi grado, dalle elementari alle superiori.
Alcuni genitori, nei giorni scorsi, hanno depositato un ricorso presso il tribunale. A rappresentarli gli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.

In mattinata, un secondo ricorso è stato depositato dal Governo, presso l’Avvocatura di Stato. Una vasta documentazione firmata da Patrizio Bianchi, ministro dell’istruzione, e Roberto Speranza, ministro della Salute. L’istanza cautelare ha così sospeso l’ordinanza di De Luca. Fissata, al prossimo 8 febbraio, la trattazione collegiale nella quale verrà discusso il provvedimento.
Intanto, i comitati di coordinazione di genitori No-Dad sono pronti a depositare ricorsi anche verso i sindaci che hanno preposto la chiusura autonoma delle scuole in alcuni comuni.

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Bocciati i dati dell’ordinanza del Presidente della Campania scuole fuori dalla Dad

Campania ScuoleNella tarda mattinata, la regione Campania ha depositato presso il Tar la documentazione atta a difendere l’ordinanza 1/2022. In particolare, la preoccupazione maggiore è stata rivolta al probabile aumento delle ospedalizzazioni. Entro febbraio le Terapie Intensive e di area medica potrebbero sforare il 50%. Inoltre, stando ai documenti in discussione le misure nazionali non sarebbero sufficienti. Non sarebbero fondate sul parere tecnico-scientifico del CTS. A ciò si aggiunge la preoccupazione dell’evidente collasso delle ASL e del carico massivo del contract tracing. L’opinione del Tar è di tutt’altro avviso.

Considerato che neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica (nei confronti della quale, peraltro, come detto operano le vigenti disposizioni precauzionali in caso di accertata o sospetta positività) e peraltro neppure certo (posto che se ne lamenta al contrario l’incertezza derivante dall’incompleto tracciamento) e la sola mera possibilità dell’insorgenza di “gravi rischi”, predicata in termini di eventualità, non radicano (né radicherebbero) per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale.

La regione Campania non è in situazione d’emergenza. Il decreto legge numero 111 del 6 agosto 2021 – convertito in legge il 24 settembre 2021 – è molto chiaro. Né il Presidente di Regione, né i presidi possono chiudere le scuole. Le considerazioni finali di Maria Abbruzzese hanno, inoltre, toccato la chiusura festiva degli edifici scolastici. I casi sono in aumento e le vacanze natalizie non hanno arrestato il flusso.