Cane abbaia risarcito vicino: la Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di risarcimento di un uomo. Quest’ultimo avrebbe richiesto di essere risarcito dal vicino di casa perché il cane abbaiava tutta la notte. La sentenza rappresenterebbe un nuovo spartiacque e una novità assoluta nelle questione condominiali.
La Corte di Cassazione di Caltanissetta, in Sicilia, ha accolto la richiesta di risarcimento di un uomo. Il signore avrebbe richiesto il risarcimento per l’assenza di sonno causato dall’abbaiare dei cani del vicino. L’uomo avrebbe dichiarato di aver subito danni alla salute a causa del pressante abbaiare del cane del suo vicino durante la notte. L’uomo, residente in condominio a Caltanissetta, avrebbe dichiarato che il suo vicino lasciava il cane ad abbaiare sul terrazzo. In questo modo i due cani non permettevano ai vicini di dormire in tranquillità. L’uomo avrebbe, dapprima, chiesto al vicino di trovare una soluzione ma a seguito dell’ennesima mancanza ha deciso di fare causa. L’uomo, pertanto, avrebbe chiesto il risarcimento e lo ha ottenuto anche a seguito di perizie mediche effettuate. Tale sentenza potrà rappresentare lo spartiacque e una novità in ambito di dispute condominiali.
Cane abbaia risarcito vicino: “Non riuscivo a dormire”
La notizia in questione è stata riportata da diversi quotidiani. Il caso è avvenuto Sicilia, a Caltanissetta. L’uomo, stanco per le notti passate senza chiudere occhio a causa dei guaiti dell’animale, ha deciso di fare causa al dirimpettaio. Nella denuncia si parla di “cupi ululati, nonché continui e fastidiosi guaiti, specie nelle ore notturne e di riposo”. Tale situazione ha spinto l’uomo a rivolgersi alle autorità, lamentando appunto conseguenze negative per la propria salute. Il protagonista della vicenda ha, inoltre, sostenuto di aver subito gravi conseguenze, sia personali che professionali. Infatti, l’uomo ha perso il lavoro perché non è stata più in grado di svolgere al meglio le sue mansioni e per le troppe assenze per malattia. Un malessere causato appunto dal mancato riposo. I proprietari del cane avrebbe replicato facendo leva sulla difficoltà di provare che l’uomo sia stato licenziato per quella specifica ragione.
I giudici però hanno dato ragione al vicino “disturbato”. Infatti, i proprietari dell’animale hanno dovuto risarcirlo e pagare anche 2.700 euro di spese di giudizio. La norma applicata è l’articolo 659 del Codice penale. Tale articolo prevede diverse pene pecuniarie. Infatti, ci sono diverse ammende da risarcire. La norma dice: “Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a 3 mesi, o con l’ammenda fino a euro 309, che diventa invece da euro 103 a euro 516 a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”.