Cane morso vipera: muore dopo pochi giorni trascorsi in terapia intensiva, il cane Nebbia. Un carattere difficile dovuto alla cattività in cui ha vissuto per anni, ma un animo buono bisognoso d’affetto. Grazie al suo gesto, è stata aperta una raccolta fondi per salvare tutti i randagi come lui.
Cane morso vipera: un anno prima era stato salvato
“È un cane irrecuperabile“, queste sono state le dure parole indirizzate a un meticcio maremmano. Si chiama Nebbia, ha cinque anni e ha un carattere difficile da gestire. Non è un cane cattivo, no – è cattivo il suo passato. Nebbia ha alle spalle una di quelle storie che nessun amante degli animali vorrebbe mai sentire. È stato picchiato, bastonato, tenuto fermo con spesse catene e maltrattato in ogni altro modo possibile. In questo modo, ha sviluppato il suo lato violento, l’unico che gli ha permesso di sopravvivere. I volontari della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (Leidaa) lo hanno capito, così hanno deciso di tenerlo con loro. Salvandolo così dalla soppressione nel canile di Donnici, in provincia di Cosenza.
Cane morso vipera morte: è un eroe a quattro zampe
Ed è qui che Nebbia dimostra la sua vera natura: è un gigante buono, un cane bisognoso d’amore. Ma conserva anche il suo lato coraggioso, dandone dimostrazione a tutti lo scorso 31 maggio. Quel martedì, infatti, si trova in montagna con la sua educatrice. Tra le foglie si cela una vipera, in agguato, e Nebbia la attacca per difendere la donna. Il serpente lo morde più volte; viene soccorso tempestivamente, ma non basta. Dopo pochi giorni di terapia intensiva, Nebbia abbandona questo mondo. A un anno esatto dalla sua liberazione.
Questo cane eroe non verrà dimenticato. Nebbia diventa il simbolo degli animali da salvare. Per la sensibilizzazione della campagna, Leidaa apre una raccolta fondi destinati a questa causa. Si può donare tramite un SMS solidale o chiamare da rete fissa digitando il numero 45594. La scadenza è segnata per l’11 giugno. La triste vicenda viene commentata da Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Leidaa. “Questa storia commovente conferma ciò che ho sempre pensato. Non esistono razze di cani pericolose. Solo cani addestrati per diventare pericolosi o lasciati a sé stessi da proprietari negligenti. Esattamente come un essere umano che ha subito abusi, Nebbia aveva bisogno di recuperare fiducia. Ci volevano affetto, buona volontà e l’impegno di un educatore esperto. Li ha avuti. La sorte gli ha impedito di vivere, ma non di manifestare il suo carattere forte e generoso. Addio Nebbia, buon riposo.”