Cani tartufo avvelenati, una guerra crudele e senza esclusione di colpi. Sempre più casi di trappole velenose lasciate nei boschi. L’intento è quello di avvelenare i cani da tartufo dei cercatori concorrenti.
Cani tartufo avvelenati: due nuovi casi in val dell’Aniene
Episodi come questo non sono purtroppo casi isolati nel mondo dei cercatori di tartufo. Oltre alle pepite d’oro che vengono richieste in ogni parte del mondo, un vero business è anche quello dei cani cercatori. Un animali addestrato per anni a scovare i tartufi possono venire a costare anche 2.500 euro. Per questo nel competitivo mondo dei tartufi ogni colpo basso sembra essere consentito. Tra questo il più crudele è uccidere i cani addestrati. Delle tragedie che vengono declassate come semplici incidenti e che non tutelano i proprietari o i loro animali.
Cani tartufo avvelenati: la denuncia dell’Assotartufai
L’associazione Assotartufai condannano duramente l’ultimo avvelenamento denunciato da uno dei proprietari. “Dietro questa vicenda c’è la guerra per il mercato del tartufo: l’uncinato può costare anche 700 euro al chilo. Qualcuno vuole che nella grande tartufaia dei Simbruini vadano pochissime persone, è assurdo”.
Cani tartufo avvelenati: la denuncia degli avvelenamenti
L’associazione continua a descrivere la situazione che ormai si protrae da tempo. “Molti degli avvelenamenti riguardano proprio questa faida tra tartufai. Ma spesso a rimanere vittima di queste esche sono anche volpi e lupi. I bocconi solitamente sono preparati con lumachicidi o addirittura stricnina e vengono resi appetibili nascondendoli nel cibo. Il problema è che le tartufaie sono molto preziose e quindi si cerca in ogni modo di colpire gli avversari. I veleni di altissima potenza possono essere acquistati in un supermarket come al locale consorzio agrario, in latte da un litro che bastano a ucciderne centinaia. Il nostro lavoro è proprio quello di battere certe zone per evitare che accadano episodi simili”.