Caserta: violenze in carcere durante il lockdown. Denunciati 41 Agenti!

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Caserta carcere violenze, ora il gip chiede chiarezza. Lo fa su richiesta dei carabinieri e della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il provvedimento avviene in merito alle violenze compiute da parte della Polizia Penitenziaria nel carcere casertano. Quest’ultime avvenute durante il lockdown di marzo 2020 e culminate con le perquisizioni di aprile dello stesso anno. In totale sono 52 le misure cautelari emesse dal gip. Le accuse sono di torture, maltrattamenti e lesioni pluriaggravate ai danni dei detenuti. A questo si aggiungono reati come falso in atto pubblico e depistaggio.

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Caserta carcere violenze: dalle proteste dei detenuti alle violenze della Polizia Penitenziaria

caserta carcere violenze,Tutto inizia con il primo lockdown, ma soprattutto con il primo positivo all’interno del carcere. A Santa Maria Capua Vetere infatti viene trovato un primo caso di Covid-19. Da qui iniziano le proteste, sempre più animate, dei detenuti. La paura è tanta oltre che comprensibile, gli animi si scaldano. La Polizia Penitenziaria però, dalle misure cautelari emesse dal gip, non sembra gestire al meglio la situazione. Viene utilizzato il “metodo Poggioreale”, così descritto dalle intercettazioni degli agenti indagati. Inizia una perquisizione di massa nell’aprile 2020. Sono 292 i detenuti del Reparto Nilo che vengono messi con il viso al muro. Dietro di loro, impossibili da identificare, ci sono agenti della Polizia Penitenziaria armati di manganelli. Il racconto dei fatti è da brividi, una violenza inaudita che porterà, nel giugno dello stesso anno, alla denuncia. Quest’ultima avviene su richiesta dei Carabinieri contro la Polizia Penitenziaria.

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Caserta carcere violenze: le misure cautelari, le accuse e le intercettazioni telefoniche

caserta carcere violenze,Emesse le 52 misure cautelari si darà ora inizio al processo nei confronti dei 41 agenti coinvolti. Le accuse del gip sono abbastanza gravi, specialmente rivolte ad un corpo statale. Torture, maltrattamenti e lesioni pluriaggravate ai danni di detenuti. Falso in atto pubblico aggravato, depistaggio, frode processuale, calunnia e favoreggiamento personale. Il tutto accompagnato da una notifica di 8 arresti in carcere e 18 ai domiciliari. Seguiti da 3 obblighi di dimora e 23 interdizioni dall’esercizio. Ad aggravare il tutto ci sarebbero inoltre le intercettazioni telefoniche degli agenti coinvolti. “Li abbattiamo come vitelli”, “domate il bestiame”, “non si è salvato nessuno”, “quattro ore di inferno”. Queste soltanto alcune delle frasi emerse che fanno rabbrividire oltre che riflettere sul sistema penitenziario italiano.

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