L’intelligenza artificiale e le sue applicazioni sono sempre più al centro dell’attenzione, ma il blocco di ChatGPT in Italia solleva domande sulle ragioni di tale decisione. L’articolo analizza i motivi del blocco e presenta PizzaGPT come un’alternativa senza rischi per la privacy.
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ChatGPT e la causa del suo blocco
OpenAl garantisce la sicurezza dei dati degli utenti nella propria politica sulla privacy. Non viene utilizzato alcun dato per la vendita di servizi, pubblicità o la creazione di profili utente. Tuttavia, il 31 marzo 2023, il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT in Italia a causa di una raccolta “illecita” di dati personali e dell’assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori. OpenAl ha dovuto bloccare la famosa piattaforma per evitare sanzioni.
PizzaGPT: il suo funzionamento
Successivamente sono nati i loro sostituti, che utilizzano le stesse identiche tecnologie di ChatGPT, parliamo di PizzaGPT. Quest’ultimo si basa su GPT-3, un modello sviluppato e allenato dall’azienda OpenAI. Il fondatore Lorenzo Cella, software engineer italiano che lavora in Svizzera e creatore di PizzaGPT, afferma che: “PizzaGPT utilizza le stesse API ma non registra nessun tipo di dato da parte degli utenti”.
Esploriamo l’API
Tiriamo le somme su questo blocco
Quindi era davvero così necessario bloccare ChatGPT? I suoi sostituti sono diversi? I sostituti utilizzano la loro stessa tecnologia, quindi approcciandosi con le stesse policy di OpenAI. Al lettore non resta che tirare le proprie somme al riguardo.