Scompare Ciriaco De Mita. Un gigante della prima repubblica. Nel bene e nel male, ha rappresentato una parte importante della prima repubblica. Esponente di primo piano della Democrazia Cristiana, si è reso sempre protagonista irriverente e polemico, ma mai scontato, della stagione “politicamente sana” della repubblica italiana. Ma chi era davvero De Mita?
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Ciriaco De Mita: la militanza politicaÂ
Al congresso di Trento fu poi eletto al consiglio nazionale del partito. Durante il congresso, in particolare, attaccò direttamente Fanfani. Entrò in Parlamento nel 1963, e ci rimase fino al 2008, con una parentesi dal 1994 al 1996.Â
Sin dal 1966 teorizzava il superamento a sinistra del centrosinistra organico di Moro e Nenni. PiĂą volte spinse per un accordo di governo tra DC e PCI, trovando una sponda in Berlinguer. Â
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Ciriaco De Mita, apice e cadutaÂ
Dopo l’esperienza dei governi Spadolini e degli instabili governi successivi, De Mita, eletto segretario nell’82, cercò mediare per un governo De Mita-Spadolini-Berlinguer. Secondo la ricostruzione riproposta da Fabrizio Cicchitto, quando il PSI di Craxi cercò di rompere con la DC per un governo di alternativa con PSDI e PCI, “Berlinguer fu sul punto di accordarsi con De Mita e Spadolini per il “governo diverso”, con i tecnici, pur di emarginare i socialisti”.Â
Dopo la mancata staffetta Craxi-De Mita, servì il cambio di legislatura per approdare a palazzo Chigi. Ma per l’irpino non un record di permanenza: appena quindici mesi. Determinanti il congresso PSI di Milano del 1989, col plauso di socialdemocratici, liberali e radicali, e le critiche pesanti mosse da Forlani e Andreotti all’esecutivo. Â
1989 annus horribilis: De Mita manca il rinnovo alla segreteria DC ed è costretto al veder cadere il governo.Â
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Ciriaco De Mita: Dopo la DCÂ
L’Ulivo fu il primo tentativo – quasi riuscito – di mettere in atto la sua idea del compromesso storico, che poi si infranse qualche anno dopo. Con la sua adesione a La Margherita di Rutelli continuò in questo progetto.
Nel 2007 poi aderì al Partito Democratico con un discorso applauditissimo. E per quanto i vertici continuino a parlare di ereditĂ del PCI, proprio l’ingresso di De Mita nel PD diede adito a critiche. Fu infatti Boselli del Partito Socialista, criticando la retorica veltroniana, a parlare del PD come “compromesso storico bonsai”. Â
Negli ultimi anni, pur criticando ferocemente tanto Berlusconi quanto Renzi e molti altri politici di primo piano, il leader si dedicò alla sua cittĂ natale. De Mita, infatti, dal 2014 è stato sindaco di Nusco fino alla morte. Â
Negli ultimi anni, si riprese a parlare di lui. Anche in ambienti giovani, la figura di De Mita era discussa e dibattuta. Complici anche pagine come “Primarepubblica” su Instagram, che ha per molto tempo usato, ironicamente, il titolo “God Save The Mita”. E che oggi titola “Requem for a Mita”.Â
Insomma, l’irpino aveva ragione quando disse “Quando sarò morto continuerò a parlare”.Â