Concorso presidi truccato, sotto indagine finiscono 13 funzionari con l’accusa di falso ideologico. Questo quanto stabilito dalla Procura di Roma, secondo la quale i 13 funzionari avrebbero pilotato il concorso nazionale per presidi. Sono stati così notificati gli avvisi di garanzia per i 13 funzionari del Ministero dell’Istruzione. Indicati, stando alle accuse, come colpevoli di aver inserito dati all’interno del sistema Cinema prima ancora che le prove di migliaia di candidati fossero consegnate.
Concorso presidi truccato: il bando ministeriale pilotato
La Procura di Roma si è mossa nei confronti di 13 funzionari del Ministero dell’Istruzione. L’accusa nei loro confronti è quella di falso ideologico. Il riferimento è al bando nazionale per presidi appena svoltosi. Secondo la Pm Laura Condemi, che ha notificato gli avvisi di garanzia ai 13 funzionari, quest’ultimi lo avrebbero pilotato. L’accusa rivolta loro è infatti quella di aver inserito dati all’interno del sistema Cinema prima ancora della consegna di migliaia di prove dei candidati al concorso. In riferimento solo alla regione Lazio sarebbero 6 commissioni su 9 quelle coinvolte. I verbali di correzione invece 64.
Concorso presidi truccato: gli avvocati dei candidati
Riguardo la questione in corso, sollevata dalla Procura di Roma, si sono espressi alcuni degli avvocati che assistono dei candidati al concorso. Tra questi gli avvocati Giuseppe Murone e Pierpaolo Dell’Anno. “Salutiamo con soddisfazione la prima risposta di legalità” affermano. Definendo il fatto in questione: “Una vicenda che appare inquietante nei suoi aspetti di pervasivo illecito e dispregio delle regole“. Parole forti e allo stesso tempo chiare e dirette nei confronti di quella che è l’accusa rivolta ai 13 funzionari del Ministero dell’Istruzione finiti sotto indagine. Allo stesso tempo, quello della procura di Roma, è visto come un segnale importante.
Concorso presidi truccato: si attendono le risposte
Le dichiarazioni degli avvocati Giuseppe Murone e Pierpaolo Dell’Anno non si fermano qui. Di fatto: “Confidiamo arrivino presto risposte alle centinaia di onesti candidati da noi patrocinati” affermano. Riferendosi poi al “certosino” lavoro della magistratura della Procura della Repubblica. Ricordando inoltre come, da parte dei candidati stessi, si attenda una risposta anche da parte dell’autorità amministrativa. “Alla fine perseveranza e lavoro pagano” sono le loro parole conclusive. Nella speranza che, questo concorso, e questa indagine, possano rappresentare la prima pietra di tante. Al fine della legalità e della giustizia.