Condanna Carabinieri Piacenza: la sentenza è arrivata per tutti gli uomini coinvolti nello scandalo della caserma Levante. Il leader Montella è stato condannato a 12 anni. Pene meno severe sono state riservate agli altri componenti del gruppo. I fatti, avvenuti tra ottobre 2018 e luglio 2020, hanno riportato sul gruppo accuse di torture, violenze, traffici di droga, estorsioni e rapine.
Ti consigliamo come approfondimento – Malika si difende dalle critiche: “Perdonatemi. Ho fatto una scelta affrettata”
Condanna Carabinieri Piacenza: la sentenza


Condanna Carabinieri Piacenza – I Carabinieri coinvolti nello scandalo della caserma Levante a Piacenza hanno ricevuto la sentenza definitiva. Per Giuseppe Montella, leader del gruppo, è arrivata una condanna di 12 anni. Su di lui, l’accusa aveva imposto una condanna di 16 anni, un mese e 10 giorni. L’uomo, davanti al giudice, ha ammesso le proprie colpe e ha riferito di aver partecipato alla maggior parte dei 60 episodi raccolti nel capo di imputazione. A tutti gli altri componenti del gruppo sono state assegnate pene meno severe: otto anni per l’Appuntato Salvatore Cappellano; sei anni per l’Appuntato Giacomo Falanga; tre anni e quattro mesi al Carabiniere Daniele Spagnolo; quattro anni all’ex Comandante di Stazione Marco Orlando.
La notizia della sentenza è giunta nel pomeriggio di giovedì 1° luglio, al termine del processo con rito abbreviato e davanti al Gup Fiammetta Modica.
I cinque Carabinieri della Caserma Levante di Piacenza sono coinvolti nei fatti accaduti tra ottobre 2018 e luglio 2020. Le accuse a loro rivolte sono state: tortura, violenza e traffico di droga, estorsione e rapine. Un sesto Carabiniere coinvolto ha proseguito il processo con il rito immediato. Un altro gruppo di dieci persone, composto da spacciatori e complici esterni, ha scelto il patteggiamento.
Ti consigliamo come approfondimento – Incidente sulla Salerno – Reggio Calabria: tir cade da un ponte. Due morti
Condanna Carabinieri Piacenza: l’accaduto
Questa versione, tuttavia, va in contrasto con quella di alcuni pusher coinvolti. Questi ultimi, infatti, hanno denunciato la gravità delle violenze che avvenivano all’interno della caserma.