Copyright in Europa: cosa cambia dopo la decisione del Parlamento Europeo?

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Lo scorso mercoledì 12 settembre, il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo ha votato a favore della controversa riforma europea sul copyright. Ben 438 parlamentari si sono dimostrati favorevoli ad aggiornare le regole sul diritto d’autore in Europa; 226, i contrari e 39 gli astenutii. La votazione definitiva è prevista per gennaio 2019, dopo l’approvazione dei membri del parlamento dell’UE (leggi l’articolo: Come trovare lavoro in Europa). Poi toccherà a ciascuno stato membro mettere in atto la riforma.

Cos’è il copyright?

Avremo tutti sentito parlare almeno una volta di “copyright”, ma di cosa si tratta precisamente?

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Il copyright non è nient’altro che un diritto inderogabile, una vera e propria firma che ciascun artista, seppur indirettamente, lascia sulle sue opere.

Il diritto d’autore può essere anche dichiarato esplicitamente attraverso l’apposizione del caratteristico simbolo “©“, seguito dalla data dalla quale si intende esercitare questo diritto.

Chi copia una qualsiasi creazione originale soggetta a copyright commette un reato penalmente punibile, il cosiddetto plagio.

Pene più severe sono destinate, invece, a chi ne trae profitto economico, rivendendo le opere abusivamente.

Cosa prevede la nuova riforma sul copyright?

Già analizzata e bocciata dalla commissione Europea lo scorso luglio, la direttiva è da subito stata al centro dell’interesse mediatico.

Questa volta, lo scopo del Parlamento è quello di rivedere le regole sul diritto d’autore nell’Unione Europea risalenti al 2001, focalizzandosi, in particolare, sugli articoli 11 e 13.

copyrightSono due i temi principalmente discussi:

  • L’esigenza di bilanciare il rapporto fra le piattaforme online (Google, Facebook, Twitter..) e gli editori. Questi, infatti, ritengono di subire un vero e proprio sfruttamento delle risorse fornite, senza ottenere un adeguato compenso. Dall’altro lato, le piattaforme online sostengono di soddisfare pienamente gli interessi degli editori. Infatti, pubblicando le anteprime tra le pagine dei risultati dei motori di ricerca, le piattaforme contribuiscono incisivamente alla retribuzione editoriale.
  • Maggior controllo da parte delle piattaforme online riguardo tutto ciò che viene caricato da ciascun utente. Così facendo, si escluderà definitivamente la possibilità che gli utenti condividano contenuti protetti dal diritto d’autore.

A questo punto, non ci resta che aspettare la decisione del Parlamento Europeo.

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