Il nuovo coronavirus – ribattezzato SARS-CoV-2 – invade improvvisamente l’Italia e la catapulta al terzo posto in tutto il mondo per numero di contagi. La Lombardia e il Veneto sono i territori più a rischio e hanno già dovuto assistere ai primi decessi. Sono stati riscontrati casi anche in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Piemonte e Lazio. Numerose le misure contenitive al nord – stop a manifestazioni pubbliche, eventi, musei, università, scuole, messe e in generale tutto ciò che riguarda riunioni pubbliche e private – e alta l’allerta, che sfiora la psicosi in tutto il Paese. Per chiarire la situazione e placare eccessivi allarmismi abbiamo chiesto il parere di un esperto: il virologo e ricercatore dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco.
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Parola all’esperto: intervista a Fabrizio Pregliasco

Dott. Fabrizio Pregliasco, ci spiega nel dettaglio le modalità di contagio del Coronavirus?
“Le modalità di contagio sono simili a quelle dell’influenza. In particolare però la via di trasmissione è un po’ meno efficace rispetto ai virus influenzali. Sostanzialmente avviene attraverso le goccioline respiratorie di dimensioni maggiori, che hanno una diffusione ambientale limitata. È stata documentata anche una trasmissione in via fecale, ma assolutamente irrisoria. Il dato più significativo però, come stiamo riscontrando anche in Italia, è che spesso anche soggetti asintomatici possono trasmettere la malattia. Ciò rende sicuramente più difficile il controllo.”
Facendo un confronto tra il coronavirus e l’influenza stagionale, quale delle due forme può essere considerata più “pericolosa”?

“Sono simili, e temo che nel futuro il coronavirus sarà uno dei tanti virus di infezioni respiratorie acute stagionali. Già c’erano altri coronavirus in circolazione, oltre al virus influenzale che è il protagonista principale delle infezioni durante l’inverno. I coronavirus usuali davano forme più banali, manifestandosi con naso chiuso e muchi. Il nuovo coronavirus invece dà una manifestazione simile all’influenza e purtroppo causa polmoniti virali con una maggiore frequenza. Però il problema che si pone oggi non è tanto la gravità della malattia. Infatti bisogna ribadirlo: nella stragrande maggioranza dei casi la sintomatologia è modesta, e solo in qualche caso avviene il decesso. In Cina il tasso di mortalità si aggira intorno al 2,9%, ma fuori dalla Cina siamo sullo 0,4 – 0,5%. Quello che impressiona oggi è la potenzialità del virus, cioè il fatto che rispetto a una normale influenza (con una quota di persone che di anno in anno sono protette, dalla vaccinazione o dalle influenze subite dagli anni precedenti) non c’è indennità.”
Quindi bisogna preoccuparsi ma in modo proporzionato?
“Insomma, la questione è che in una prima fase questo virus potenzialmente può colpire tutti. Quindi unitamente alla trasmissione facile e alla sua particolarità di non avere grandi sintomi – e dunque una maggiore infettività – può determinare effetti importanti. Lo scenario negativo a cui fanno riferimento le istituzioni è l’influenza spagnola del 1918, che aveva caratteristiche simili. Ebbe un effetto devastante sulla vita, sull’operatività, sui servizi essenziali. Questo è lo scenario negativo che io però credo oggi siamo in grado di affrontare. Bisogna lavorare e l’Italia sta lavorando in questo senso.”
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Allarmismo giustificato o psicosi e panico da mass media?

“In questo sistema democratico si parla tanto e molto di più che nella Cina. È chiaro che non è difficile distinguere la preoccupazione istituzionale – che sicuramente deve essere punto di attenzione – da quella che deve essere una vita sì preoccupata, ma non di angoscia dei cittadini. Quindi i due livelli di preoccupazione dovrebbero restare su due piani diversi. Parlando molto si insiste su tante questioni e quindi, spesso, si può sfociare nella paura.”
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La situazione in Campania

In Campania al momento non ci sono casi da coronavirus. Queste le dichiarazioni del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca: “Non si segnalano al momento casi conclamati di coronavirus nella nostra regione. Occorre comunque tenere alto il livello di attenzione e usare prudenza in particolare in situazioni di affollamento”. È importante in ogni caso ricordare a tutti i cittadini campani che l’unità di crisi epidemiologica istituita il primo febbraio scorso è pronta ad affrontare eventuali situazioni d’emergenza. Si invita a non affollare il Pronto Soccorso, a contenere gli allarmismi e a informarsi nel modo giusto. Si ricorda inoltre che è possibile telefonare al numero verde regionale – 800.909.699 – per chiarirsi ogni dubbio e placare preoccupazioni eccessive.