Contro il coronavirus non esistono attualmente terapie o vaccini, ma la strada della ricerca sembra dare ottimi risultati. A Napoli, grazie alla collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale, una sperimentazione medica – precedentemente condotta in Cina – riaccende le speranze su una possibile cura contro il Covid-19. Si tratta dell’utilizzo off label (cioè non per la patologia per cui è stato creato) del tocilizumab – farmaco utilizzato generalmente contro l’artrite reumatoide – che ha apportato incoraggianti miglioramenti su due pazienti con polmonite severa da coronavirus.
Protagonisti dell’intervento: il direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, Paolo Ascierto; Vincenzo Montesarchio e Roberto Parrella, rispettivamente direttore della UOC di Oncologia e direttore della UOC Malattie Infettive a Indirizzo Respiratorio dell’Azienda Ospedaliera dei Colli; Rodolfo Punzi e Fiorentino Fragranza, rispettivamente direttore del dipartimento di Malattie Infettive e direttore della UOC Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva del Cotugno, insieme a tutto il team medico e sanitario del nosocomio. Hanno collaborato con la sperimentazione anche alcuni medici cinesi del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China, tra cui spicca il nome di Wei Haiming Ming. Per avere ulteriori chiarimenti sulla sperimentazione abbiamo chiesto il parere dell’esperto impegnato in prima linea nell’impresa: l’oncologo Paolo Ascierto.
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Coronavirus e tocilizumab, parola all’esperto: intervista a Paolo Ascierto


Dott. Ascierto, ci spiega nel dettaglio gli effetti che ha avuto il tocilizumab sui pazienti affetti da Covid-19?
“Il tocilizumab è stato impiegato in due pazienti, abbiamo iniziato il trattamento sabato 7 marzo presso il Cotugno. Dopo 24 ore il paziente più critico, quello intubato, ha avuto un miglioramento importante, tant’è che a breve pensiamo di estubarlo. In questi giorni stiamo iniziando il trattamento anche su altri pazienti. Il trattamento è in diffusione: ho sentito colleghi del San Raffaele, di Brescia, di Fano, che hanno già iniziato. Stiamo cercando di costituire un coordinamento in modo da poter avere dei dati che ci convincano dei risultati ottenuti dal gruppo del dottor Ming in Cina, che aveva trattato 21 pazienti e 20 di questi avevano recuperato in 24-48 ore. Addirittura in meno di 15 giorni erano tornati a casa“.
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Come interviene il farmaco contro il coronavirus?
Qual è la modalità di somministrazione del farmaco?
“Il tocilizumab viene somministrato endovena, il dosaggio è di 8 mg/kg, non si può dare più di 800 mg. Viene infuso in una soluzione fisiologica di 100 cc in un’ora“.
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Una possibile svolta
Pensa che questa sperimentazione medica possa essere il punto di svolta per la cura contro il Coronavirus?
Dopo la fase di sperimentazione, che sembra dare ottimi risultati, quanto tempo ci vorrebbe per un utilizzo effettivo del farmaco?
“Il farmaco può già essere utilizzato effettivamente e la Roche – che lo produce – lo ha messo a disposizione come off label gratuitamente. Le modalità con cui poterlo ottenere saranno rese pubbliche sul sito web della Roche molto presto. Inoltre, il farmaco è già disponibile anche perché ha l’indicazione per l’artrite reumatoide. Insomma, non è un farmaco sperimentale, ma un farmaco che già è in commercio“.