Il virus cinese – o coronavirus – sta attualmente provocando un’emergenza sanitaria mondiale. Sono migliaia le persone contagiate (ad oggi se ne contano 20.438) e centinaia (nello specifico 425) i morti. I decessi sono stati riscontrati tutti nel territorio asiatico, ma ci sono 22 contagiati anche in Europa: attualmente, 6 in Francia, 1 in Finlandia, 2 in Russia, 1 in Svezia, 6 in Germania, 2 in Inghilterra, 1 in Spagna e 2 in Italia.
Ma di cosa si tratta nello specifico? I coronavirus sono una vasta famiglia di virus a RNA noti per la loro forma a “corona”. Possono provocare un’ampia gamma di malattie: dal comune raffreddore alla SARS (sindrome respiratoria acuta grave) e alla MERS (sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus). Il ceppo che si sta diffondendo dalla città di Wuhan, nel sud della Cina, è stato riconosciuto nello specifico come “Coronavirus 2019-nCoV”, e prima d’ora non era mai stato identificato nell’essere umano.
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Virus cinese: i sintomi e il contagio
L’infezione da coronavirus – nella forma più leggera – si presenta con i classici sintomi influenzali, ovvero:
- Tosse secca e difficoltà respiratorie;
- Mal di gola;
- Febbre;
La sintomatologia cambia nei casi più gravi, a volte fatali (soprattutto nei pazienti più deboli, come anziani o soggetti con malattie croniche già presenti) manifestandosi con:
- Polmonite;
- Sindrome respiratoria acuta grave;
- Insufficienza renale.
La trasmissione avviene principalmente dagli animali all’essere umano. In questo caso specifico, al momento, la tesi più accreditata è che sia stato il consumo di carne di serpente, venduta al mercato del pesce di Wuhan – nella provincia cinese di Hubei – ad aver provocato il contagio. Anche se non è stata ancora riconosciuta la modalità di trasmissione da uomo a uomo, è possibile contrarre il virus venendo a stretto e prolungato contatto con una persona infetta, ad esempio in famiglia o in ambito sanitario.
Ad ogni modo, non bisogna allarmarsi troppo perché la probabilità di infettarsi è piuttosto limitata. Secondo un rapporto dell’Imperial College di Londra il valore di contagio (R0) del coronavirus è pari al 2.6. In pratica, per ogni persona infetta se ne contagiano altre 2,6 nuove. Paragonandolo per esempio al valore R0 di morbillo o varicella, rispettivamente di 12 e 15, risulta chiaro che il rischio di contagio è piuttosto basso.
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Come si riconosce il coronavirus? Esiste una terapia?
- Definizione di caso per la segnalazione: si basa sulle informazioni immediatamente disponibili e può essere rivista;
- Caso sospetto: si verifica quando il soggetto, con infezione respiratoria acuta grave (SARI), non ha altra eziologia che spieghi la sua situazione clinica. Il soggetto inoltre – se non si tratta di un operatore sanitario – deve essere stato in Cina nei 14 giorni precedenti la sintomatologia. In alternativa, viene considerato sospetto anche chi è stato in stretto contatto con una persona infetta;
- Caso probabile: il soggetto è positivo al test pan-coronavirus o con risultato dubbio per il test 2019-nCoV. Quest’ultimo è realizzato con protocolli specifici di Real Time PCR per 2019-nCoV;
- Caso confermato: la conferma definitiva arriva dal laboratorio di riferimento dell’Istituto Superiore di Sanità, a prescindere dai sintomi clinici.
Al momento non esiste alcun trattamento specifico per il virus cinese. Per sviluppare un vero e proprio vaccino, inoltre, potrebbero volerci anni.
Tuttavia, come riportato su twitter dal People’s Daily – Quotidiano del Popolo Cinese – è stato ideato uno spray antivirale contro il coronavirus. Sviluppato nel Centro clinico di salute pubblica di Shanghai, può essere spruzzato in gola e proteggere dall’infezione. La disponibilità del farmaco è però limitata al personale sanitario e non è possibile pensare a una produzione di massa.
Prevenzione per il contagio da coronavirus
- Prima della partenza:
- Consultare il proprio medico curante in merito alle misure igieniche per prevenire le infezioni respiratorie;
- Vaccinarsi contro l’influenza almeno due settimane prima di mettersi in viaggio.
- Arrivati a destinazione:
- Lavarsi le mani con acqua e sapone;
- Utilizzare un fazzoletto (non le mani) per coprirsi il volto in caso di starnuti o tosse;
- Evitare il contatto con persone affette da malattie respiratorie;
- Evitare luoghi affollati;
- Evitare il contatto con animali o prodotti di origine animale non cotti;
- Rivolgersi immediatamente a un medico in presenza dei tipici sintomi di infezione respiratoria (tosse secca, febbre, mal di gola e difficoltà respiratorie);
- Non partire se si è malati;
- Rivolgersi, in caso di necessità, all’Ambasciata o al Consolato di provenienza.
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- Controllo termometrico della temperatura corporea dei passeggeri provenienti da Wuhan;
- Ulteriore controllo per i casi risultanti positivi al test termometrico;
- Eventuale isolamento del soggetto probabilmente infetto, con ulteriore controllo degli altri passeggeri a rischio.
Il governo italiano ha predisposto la chiusura di tutti i voli da e per la Cina. Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza e predisposto lo stanziamento di 5 milioni di euro per far fronte all’epidemia. Inoltre, l’Italia sta assumendo ruolo molto importante anche nella ricerca: all’ospedale Spallanzani di Roma il virus è stato isolato in sole 48 ore grazie a un team di ricercatrici che comprende anche la procidana Maria Rosaria Capobianchi, a capo del laboratorio di virologia. Questo potrebbe spianare la via a vaccini e test diagnostici accurati. Ad annunciarlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, che aggiunge fiero: “Siamo molto orgogliosi che il nostro Paese abbia raggiunto quest’obiettivo“.