La lotta al Coronavirus si fa sempre più intensa. Sono tanti gli ospedali in affanno, le sale intensive al collasso e sempre più i medici contagiati. Eppure a Napoli c’è un’eccellenza che sta facendo il giro del mondo. Si tratta dell’ospedale Cotugno, dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – di cui fanno parte anche il Monaldi e il C.T.O. – che attualmente, nonostante sia in prima linea nella lotta al Coronavirus, conta zero contagi in tutto il personale sanitario.
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Coronavirus: il Cotugno stupisce Londra
Contro il Coronavirus il Cotugno, e tutto il personale medico-sanitario del nosocomio, sta portando avanti una battaglia che ha avuto risonanza anche in Inghilterra. A parlarne è Sky News del Regno Unito, con il reportage di Stuart Ramsay, che elogia l’ospedale come un modello e un’eccellenza italiana.
“Questo è un modello completamente diverso rispetto a quello che abbiamo visto finora”, esordisce Ramsay nel suo documentario. E in effetti, è proprio così. Il personale indossa delle enormi maschere, simili alle maschere antigas, differenti rispetto alle classiche dei vari staff ospedalieri. Si indossano tute impermeabili molto spesse, in modo che medici e infermieri siano completamente sigillati. La gestione della terapia intensiva è altrettanto maniacale: quando c’è un’emergenza, la si gestisce attraverso un finestrone. L’infermiere, che prepara le iniezioni e i farmaci adeguati al trattamento del paziente, non entra mai all’interno della sala intensiva. Inoltre, nonostante non abbia toccato niente e nessuno, si toglie immediatamente i guanti e si pulisce con un disinfettante. Parallelamente il medico, e chiunque altro si trovi a contatto con il paziente, non ha mai contatti con l’esterno.
Cotugno: le ragioni di un’eccellenza
Sicuramente, l’organizzazione e gli strumenti adeguati per gestire al meglio i malati, insieme al rigido rispetto dei protocolli internazionali sui percorsi d’infezione, sono elementi fondamentali per la corretta gestione dell’epidemia. Ma c’è dell’altro: il gioco di squadra e la forza di una solida rete con le altre strutture sanitarie campane. Grazie alla “fortuna” che ha avuto il Sud – a livello di tempistiche – per prepararsi all’epidemia, si è potuto giocare d’anticipo, e insieme. Basti pensare che, fin dai primi giorni d’emergenza, gli esperti pneumologi del Monaldi sono stati trasferiti in tempi brevissimi in una nuova palazzina con 60 posti letto, solo per la terapia sub-intensiva. “Questa è stata una carta vincente – dichiara Maurizio di Mauro, Direttore generale dell’A.O.R.N. dei Colli – perché ci ha consentito di assistere quei pazienti con un’insufficienza respiratoria grave, ai limiti dell’intubazione, senza doverli spostare in intensiva”.
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Coronavirus: Napoli da Londra a New York
Se da un lato la sanità campana si dimostra essere efficiente e al passo con i vari dispositivi medici all’avanguardia – tanto da arrivare a Londra come un “modello” da seguire – dall’altro anche la ricerca sta dando un ottimo contributo. È il caso del trattamento dei pazienti Covid-19 con il Tocilizumab, protocollo nato a Napoli sotto la direzione del prof. Paolo Ascierto – direttore Unità Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione “G. Pascale”- con la collaborazione di tanti professionisti anche del Cotugno, comparso perfino sulle pagine del New York Times.