Conoscere il Coronavirus è davvero necessario per individuare la terapia e il vaccino giusti. Proprio per questo, scienziati e ricercatori di tutto il mondo lavorano ogni giorno per analizzarne ogni dettaglio. Grazie a un recente studio sono state rintracciate, all’interno del Coronavirus, quasi 200 mutazioni. Ma come e perché sono avvenute?
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Coronavirus: lo studio sulle mutazioni
Lo studio, descritto sulla rivista Infection, Genetics and Evolution dall’University College London (UCL), ha portato alla luce ben 198 mutazioni genetiche all’interno del virus, analizzando i genomi virali di 7500 pazienti affetti da Coronavirus. Questa scoperta pone senz’altro l’accento sulla capacità del virus di adattarsi al corpo umano.
Lo studio, inoltre, ha messo in evidenza come nei paesi maggiormente colpiti siano presenti proprio le stesse mutazioni genetiche. Cosa significa questo? Il dato riscontrato indica certamente che la trasmissione dell’epidemia è stata globale e che diversi sono stati gli ingressi del virus nei vari paesi. Ciò significa, quindi, che non ci sarebbe stato un unico “paziente zero”. Tuttavia alcune parti del virus restano invariate. Sono proprio queste la chiave per la realizzazione di un vaccino. L’analisi, poi, mette in evidenza anche un altro aspetto. Il virus sarebbe nato davvero solo pochi mesi fa, nello specifico negli ultimi mesi del 2019.
La mutazione genetica è tipica della natura di ogni virus. Quelle riscontrate nel SARS-COV-2 tuttavia non denotano né una velocità nel cambiamento, né la predisposizione a essere più o meno aggressivo oggi rispetto a ieri.
Coronavirus: le ipotesi
- Virus creato in laboratorio: una delle tesi che più ha spopolato sul web è certamente quella di un virus artificiale creato in laboratorio. Uno dei più accaniti sostenitori di quest’idea è stato Donald Trump, presidente degli Stati Uniti. La stessa tesi è stata sostenuta tra l’altro anche dal premio Nobel Luc Montagnier;
- Virus sfuggito dal laboratorio: simile alla precedente, secondo questa ipotesi il virus sarebbe sfuggito da un laboratorio di ricerca proprio nella città di Wuhan in Cina, epicentro dell’epidemia.
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Coronavirus, come è arrivato fino all’uomo?
- Salto di specie da animale a uomo: il Coronavirus avrebbe compiuto il “salto di specie” da un animale ospitante, il pipistrello, portatore sano di diversi patogeni, dove sarebbe avvenuta la selezione naturale. Solo in seguito questo sarebbe passato all’uomo. L’ipotesi sarebbe avvalorata dalla forte somiglianza del “virus umano” con quello del pipistrello;
- Coronavirus “primordiale”: una seconda tesi sostiene l’esistenza di un Coronavirus primordiale, il quale sarebbe passato all’uomo dall’animale. Solo dopo il salto di specie il virus si sarebbe adattato al corpo umano.