Durante l’emergenza Coronavirus medici e ricercatori di tutto il mondo si sono messi a lavoro per individuare farmaci e vaccini efficaci. Il loro impegno si somma a quello di tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea negli ospedali. Una luce in fondo al tunnel fa ben sperare. L’azienda farmaceutica AstraZeneca ha concluso i primi accordi per la produzione di un vaccino contro il Coronavirus, allo studio presso l’università di Oxford. Tante le collaborazioni, tra le quali c’è anche l’italiana Irbm (di Pomezia). L’intesa prevede 400 milioni di dosi e garantisce una capacità produttiva di 1 miliardo di dosi di vaccino.
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La sperimentazione del vaccino contro il Coronavirus
L’azienda è tuttavia realista e non offre false speranze. C’è la possibilità che il vaccino non funzioni. Risulta però importante per tutti portare avanti il programma di sperimentazione in tempi rapidi e implementare la produzione. È prevista anche una fase 3 dello studio. Questa include una sperimentazione clinica con 30.000 partecipanti e, addirittura, una sperimentazione pediatrica.
Una lotta comune contro il Coronavirus
La società britannica, in una nota, ha spiegato di aver avviato numerose collaborazioni con altrettanti paesi e organizzazioni. In questo modo si punta a rendere il vaccino accessibili a tutti nel mondo.
Un importante contributo è stato quello degli Stati Uniti. Questi ultimi hanno infatti irrorato un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari a favore della AstraZeneca. La cospicua somma è destinata allo sviluppo, alla produzione e alla fornitura del vaccino nel prossimo autunno. L’azienda farmaceutica ha fatto sapere che intende concludere altri accordi, per espandere la capacità produttiva e la fornitura nel modo più esteso e capillare possibile.
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Distribuzione equa e globale
Questa sinergia punta a distribuire in maniera equa i vaccini, perché tutti possano accedervi. Tra i progetti futuri di AstraZeneca c’è anche la partecipazione alla nascita di un centro di ricerca congiunto per la risposta alle pandemie presso la Oxford University.
Si tratta di un impegno verso l’umanità, che ha subito numerose perdite e che si impegna, giorno dopo giorno, a riconquistare la propria normalità.