Sul Lander cinese Chang’e 4, la pianta di cotone non resiste al freddo delle notti lunari. In poche ore svanisce il sogno di poter colonizzare la Luna, unico satellite naturale della Terra. L’orbita lunare è a una distanza media di circa 384.400 km dalla Terra, sufficientemente vicina per essere osservata a occhio nudo. (Leggi anche: Turismo Spaziale: In Puglia il primo aeroporto italiano per i voli suborbitali)
Cotone la Luna: un sogno infranto
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La scatola presente sul Lander cinese (contenente semi di cotone e altre forme vegetali) non era riscaldata. La pianta di cotone, per sopravvivere, contava sulla luce solare indirizzata nel contenitore metallico. Calata la notte sulla faccia lontana della Luna, le temperature sono precipitate a -170 °C. A quelle temperature le forme di vita non possono resistere, come avevano anticipato i ricercatori a capo dell’esperimento. Quella piccola fogliolina verde ci aveva fatto sentire a un passo dalla futura colonizzazione della Luna: gli astronauti avrebbero potuto coltivare il proprio cibo nello Spazio, senza dover dipendere dai rifornimenti provenienti dalla Terra.
La vita non può resistere alla notte lunare
Purtroppo ormai la notte lunare è calata. L’intero ecosistema si decomporrà nel contenitore e non contaminerà in alcun modo la superficie del nostro satellite.
Mai avuto un’esperienza simile
Il lander Chang’e 4 è entrato in modalità di riposo per proteggere le strumentazioni dal gelo della notte lunare, dovuto anche all’assenza di atmosfera. Anche se gli astronauti in passato avevano già coltivato alcuni vegetali sulla Stazione Spaziale Internazionale, questa missione è comunque estremamente importante. È stata la prima volta che qualcuno è riuscito a far nascere qualcosa sulla superficie della Luna.