Arriva dalla Campania CoVFAST, un tampone ultrarapido che in soli tre minuti riesce a rilevare la positività al virus SARS-Cov-2. Si tratta di una vera e propria innovazione, che con l’abbattimento dei costi e dei tempi necessari al tampone classico, inciderebbe positivamente sulla gestione economico-sanitaria dell’emergenza Coronavirus. A brevettarlo è Cosvitec – azienda campana e Centro di ricerca di alta formazione – insieme ai ricercatori del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Università di Napoli Federico II.
Promotori dell’iniziativa – oltre all’azienda Cosvitec con la direzione di Sergio Bolletti Censi – sono: Raffaele Velotta, professore di Fisica applicata alla Federico II; il ricercatore Bartolomeo Della Ventura; il professor Giuseppe Portella del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali della Federico II. A dare ulteriore sostegno alla ricerca, fornendo la possibilità di effettuare i test necessari all’Ospedale Cotugno di Napoli, i dottori Luigi Atripaldi e Roberto Parrella. È proprio il professor Raffaele Velotta a fornirci un dettagliato approfondimento sul nuovo tampone CoVFAST.
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CoVFAST: intervista al professore Raffaele Velotta
Professore Velotta, com’è nato, cos’è e come funziona CoVFAST?
“Da diversi anni ci occupiamo di biosensori e l’emergenza che stiamo vivendo ci ha spinto a ricercare il sensore più adatto per il riconoscimento diretto della particella virale (virione). In collaborazione con Cosvitec, che ha sostenuto questa ricerca, è stato possibile accelerare i tempi per la realizzazione del kit. Si tratta di una soluzione colloidale di nanoparticelle d’oro che, rivestite di anticorpi,“aggrediscono” il virus rivestendolo d’oro. Questo rivestimento produce un diverso assorbimento della luce che fa cambiare colore alla soluzione. Dopo i primi test all’ospedale Cotugno di Napoli, con il gruppo del prof. Portella del Dipartimento di Medicina Traslazionale della Federico II, abbiamo fatto un lavoro sistematico su diversi campioni (circa 50 positivi e altrettanti negativi). I risultati sono molto incoraggianti in termini di sensibilità e specificità del test”.
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CoVFAST al confronto con il tampone attuale
“Dal punto di vista del paziente non cambia nulla perché è comunque necessario il ‘tampone’. Infatti, non c’è bisogno di prelievi di sangue poiché non stiamo parlando di un test sierologico”.
Quali sono le differenze con l’attuale tampone?
“Le differenze con il test attuale consistono nell’analisi del tampone, dato che con CoVFAST i tempi richiesti sono inferiori. Inoltre, mentre l’attuale tampone richiede il passaggio del campione in laboratori specializzati, per CoVFAST è possibile un’analisi in qualsiasi luogo. Questo è fondamentale quando si parla di screening di massa o di controlli a tappeto (es. in aeroporto)”.
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Tempi e costi
“CoVFAST è in fase ancora di sperimentazione soprattutto per gli aspetti industriali. Per esempio, c’è la necessità di capire per quanto tempo la soluzione colloidale è stabile e, quindi, individuare la sua ‘data di scadenza‘. Siamo abbastanza fiduciosi, ma molto del lavoro da fare richiede la presenza di aziende specializzate di grosso calibro. Se tutto dovesse procedere per il meglio, un prodotto utilizzabile potrebbe essere disponibile per la fine del 2020“.
Quanto costerebbe, una volta brevettato?
“I costi della materia prima sono minimi: ammontano a circa 1 euro, come per la maggior parte dei test rapidi. Naturalmente, il prezzo finale dovrà contenere anche altre voci che dipendono dall’azienda che vorrà produrlo e commercializzarlo”.