L’ultima follia (?) umana arriva dagli Stati Uniti, precisamente dalla Contea di Walla Walla, nello stato di Washington. Sono i “Covid party” o feste del Coronavirus. Cosa sono? Si può facilmente intuire dalla definizione: si tratta di feste private organizzate nelle case di persone risultate positive al Covid-19 alle quali si recano invece uomini e donne sani nella speranza di contrarre il virus e dunque immunizzarsi. Dunque un tentativo spontaneo di un’immunità di gregge.
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Covid party: una “idea” che nasce da lontano
L’idea dei Covid party non è del tutto “originale”. Questi infatti si ispirano alle feste per bambini pianificate per diffondere malattie tipiche dell’infanzia come morbillo o varicella. Infatti prima dell’introduzione del vaccino contro la varicella nel 1995, alcuni genitori avrebbero portato i loro figli a “feste per la varicella”, in modo da farli infettare e quindi renderli immuni. In anni più recenti, i funzionari statali hanno dovuto esplicitamente mettere in guardia contro liniziative del genere.
L’allarme delle autorità sanitarie
“I funzionari sanitari della contea di Walla Walla, nello Stato di Washington, stanno ricevendo segnalazioni di party Covid-19 che si verificano nella nostra comunità, in cui le persone non infette trascorrono la serata con una persona infetta nel tentativo di contrarre il virus”
Molto preoccupato anche il capo del dipartimento sanitario della contea: “Non sappiamo cosa sta accadendo, ma almeno 25 dipendenti risultati positivi hanno confessato di aver partecipato a questo tipo di feste. Possiamo solo dire che è una cosa da irresponsabili. Tutto questo è inaccettabile perché mette a rischio la salute di tutti”
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Non solo negli Stati Uniti…
Coronavirus, perché non scherzarci su? Di più: perché non organizzare una bella festa a tema con tanto di barella e finto paziente in fin di vita? Sia chiaro: la mascherina è obbligatoria e viene consegnata all’ingresso perché “la salute prima di tutto”. Questo lo slogan della festa. A party concluso non potevano mancare le foto sorridenti dei numerosi partecipanti pubblicate sui social.
Furiose le reazioni contro i proprietari del locale che si difendono spiegando di aver ideato il Corona Party circa un mese prima della sua effettiva realizzazione. Non solo: si spingono a sostenere di aver agito con lo scopo di sensibilizzare le persone su un tema che in quel momento il governo, a loro avviso, stava sottovalutando. Certamente un modo originale di farlo. Creare assembramenti in piena epidemia è sicuramente il modo “migliore” per non sottovalutare il rischio…
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Rischi a Milano?
Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala si dice molto preoccupato e deluso: “Quando c’è da ringraziare i milanesi per il loro comportamento virtuoso sono il primo a farlo, ma ci sono momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quei momenti. Le immagini di ieri sui Navigli sono vergognose. O le cose cambiano oggi o io domani prenderò provvedimenti: chiudo i Navigli”.
Nella speranza che anche qui in Italia non ci si “beva il cervello…”