Crypta Castagnara: il racconto di…vino di una storia di famiglia

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Crypta castagnara

Quando, a luglio di quest’anno, la Regione Campania propose di creare un unico marchio, Campania Doc, in cui far confluire tutti i vini della regione, si alzò vivissima la protesta dei viticoltori irpini, che pretesero che non venisse toccata l’unicità della loro produzione. Un unico marchio rischiava non solo di soffocare quello già presente di “Irpinia doc”, ma soprattutto di omologare le mille identità che, soprattutto in Irpinia, si nascondono sotto la parola “vino”. Identità come quella di Crypta Castagnara, una storia di famiglia che nel nome dell’eccellenza del vino, prosegue felice tra i terreni di Grottolella e Altavilla, a pochi km dal capoluogo.

L’azienda ci ha invitato in un press tour dedicato, in cui si è raccontata “a porte aperte”. Tra certezze, sogni e tipicità, abbiamo fatto il punto sullo stato del vino in Irpinia e non solo. Ecco ciò che abbiamo raccolto.

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Crypta castagnara: storia di un’eccellenza

Crypta Castagnara (il nome latino di Grottolella, anticamente famosa per le cavità e le castagne) nasce, come azienda vitivinicola, nel 1997, da un’intuizione di Sergio Spiniello che però mette a frutto la sapienza ultragenerazionale della sua famiglia. Dopo oltre due decenni di produzione e commercializzazione del vino, Sergio è pronto a cedere il timone a sua figlia Chiara, che con il suo compagno prenderà le redini di quello che è un destino a cui non ci si può sottrarre e a cui, in fondo, è meraviglioso abbandonarsi.

Quella che i due squisiti ospiti ci raccontano è innanzitutto la storia di un’evoluzione. L’azienda è infatti passata, negli anni, dai 2 ettari originari di territorio ad avere 15 ettari e da 2 etichette ad averne fino a 8. Tra queste, le tre DOCG del territorio irpino (Fiano, Greco e Taurasi), il Cretazzo (nelle varie declinazioni) e la Falanghina. I vigneti si dividono tra Grottolella, dove ci sono due terreni diversi, e Altavilla, dove si coltiva solo il greco.

Nella cantina troviamo le botti in acciaio ma anche quelle in rovere francese e gelso. Con queste si stanno provando alcune sperimentazioni col barricato

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“Importante è la misura, e sapersi aggiornare”: intervista a Sergio Spiniello

Durante il press tour, tra la visita ai vigneti vicino alla cantina (nelle loro varie “particelle”, coltivate da Aglianico, Fiano e Falanghina) e quella alle cantine, ne abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere con Sergio Spiniello, il patron dell’azienda, sui temi caldi legati al mondo vino

Negli ultimi anni sempre più spesso gli agricoltori hanno avuto a che fare con problemi legati al clima. Crypta Castagnara, in questo senso, come si sta muovendo per difendere i propri vini dal cambiamento climatico?

Noi stiamo seguendo con interesse tutte le sperimentazioni internazionali sulla questione, perché la ricerca segue il mercato e i primi vini su cui si sta lavorando per produrre delle varietà resistenti al cambiamento climatico sono appunto i vini che hanno un maggior appeal verso il mercato estero. Il futuro del vino, nel breve periodo e non solo, è nel riorientare i campi verso sud, e non più verso nord e nel seguire la produzione degli appezzamenti di terreno posti più in alto. Un tempo, ci doveva essere un caldo eccezionale perché lì venisse un raccolto importante, adesso invece è la normalità”

Invece cosa pensa del vino dealcolato? Può davvero essere il futuro dell’enologia

Inutile negare che il vino con scarse particelle di alcol abbia di fronte a sé un mercato vastissimo. Tutto sta a non chiamarlo vino (ma succo d’uva, come sta prevedendo l’Europa, ndr), appunto. E a ricordare che, in ogni caso, col vino ci vuole moderazione, a prescindere dal grado alcolico.”

Infine, come sono cambiati i gusti del pubblico negli ultimi anni?

C’è sempre una maggiore richiesta di vino internazionale e meno di vino autoctono. Un Aglianico strutturato, tannico, non incontra il gusto del consumatore che cerca sempre più un vino amabile, abboccato, che magari non è autoctono. Per questo bisogna spingere verso un lungo invecchiamento e un appassimento delle uve. Il consumatore però mostra un rinnovato interesse per il vino. Vuole sapere e capire cosa beve, fa domande, apprezza le caratteristiche legate al territorio. Inoltre cerca prodotti dalla “beva” più facile, che soddisfi il palato senza essere spigoloso.”

Crypta castagnara: i percorsi e le esperienze enogastronomiche

Da anni però il consumatore è sempre più interessato al mondo del vino; prima di aprire la bottiglia, si chiede cosa beve e cosa c’è dietro. Per questo molte cantine organizzano periodicamente percorsi per il pubblico. Si tratta di vere e proprie immersioni nell’universo vitivinicolo, fatte di una sapienza che tocca i cinque sensi. Ogni pacchetto degustazione, infatti, dalla scoperta delle cantine fino al pic nic in vigna, è accompagnato da pranzi e cene contadine. Che i prodotti siano realizzati direttamente in azienda o da realtà locali, è un ottimo modo di valorizzare il territorio.

Nel nostro tour abbiamo assaggiato:

  • Chantosa”, Irpinia Falanghina Spumante doc Brut Nature
    Metodo classico, 24 mesi sui lieviti:
  • Fiano di Avellino docg
    Annata 2022 – Premio The Wine Hunter Rosso 2022
    91/100 punti da Luca Maroni nell’Annuario dei Migliori Vini italiani 2023;
  • Greco di Tufo docg Riserva
    Annata 2020 – 90/100 punti da Luca Maroni nell’Annuario dei Migliori Vini italiani 2023
  • “Cretazzo”, Irpinia Aglianico doc
    Annata 2019;
  • FiaBa, fiano barricato
    Annata 2009;

Il tutto accompagnato da prodotti tipici della tradizione in abbinamento.

Un’esperienza favolosa che però è possibile ripetere grazie ai tour guidati organizzati periodicamente da Crypta Castagnara, e che è possibile trovare sul loro sito.