L’avvento dei social network non ha solo determinato una rivoluzione dal punto di vista tecnologico ma ha riguardato un vero e proprio stravolgimento dei rapporti sociali e produttivi. Gli aspetti positivi sono sicuramente sotto gli occhi di tutti. In primo luogo una comunicazione più semplice e diretta tra le persone di tutto il mondo; ma anche e soprattutto la nascita di nuove opportunità lavorative. Dunque, se ben utilizzati rappresentano strumenti utilissimi. Tuttavia, proprio come la luna, sono provvisti di un lato oscuro che tanti utenti sottovalutano o ignorano. Di questo lato oscuro fanno sicuramente parte il cyberbullismo e la diffamazione.
Cyberbullismo: cos’è e come difendersi
- insultando o deridendo la vittima;
- facendo minacce fisiche;
- rubando il profilo altrui o costruendone di falsi;
- postando immagini o video imbarazzanti o diffamatori.
Per far fronte a questa problematica, il 18 giugno 2017 è stata promulgata una nuova legge contro il cyberbullismo.
Questa prevede che: “Ciascun minore ultraquattordicenne (o i suoi genitori o chi esercita la responsabilità del minore) che sia stato vittima di cyberbullismo può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi nella rete. Se entro 24 ore il gestore non avrà provveduto, l’interessato può rivolgere analoga richiesta al Garante per la protezione dei dati personali, che rimuoverà i contenuti entro 48 ore. Per i minori autori di atti di cyberbullismo, fra i 14 e i 18 anni, se non c’è querela o denuncia per i reati di cui agli articoli 594, 595 e 612 del codice penale, scatta l’ammonimento: il questore convoca il minore insieme ad almeno un genitore”.
Diffamazione: cosa si rischia?
Dunque, come in ogni aspetto della vita reale, è bene dotarsi anche nel mondo virtuale di buon senso ed educazione. Così si eviteranno spiacevoli conseguenze.