Il 2020 è partito con un potente virus, il Covid-19, che ha causato vari cambiamenti a partire dalla scuola che ha introdotto la DaD. In particolare gli studenti sono stati costretti, da marzo 2020, ad abbandonare le scuole e a rinchiudersi in casa utilizzando la didattica a distanza come metodo alternativo di studio.
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DaD, i pro e i contro
Riguardo gli svantaggi, la DaD ha influito psicologicamente sulla salute di bambini e adolescenti, che percepiscono la mancanza dei rapporti umani. Gli studenti hanno difficoltà nel mantenere la concentrazione e il loro interesse per lo studio è calato. Per i bambini la situazione è ancor più grave: non hanno dimestichezza con i dispositivi elettronici e sentono la mancanza di una figura che li segue.
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DaD secondo alunni e insegnanti
Data l’opportunità di confrontarci con la professoressa Carolina Immagine e l’alunna Federica Rastiello abbiamo ottenuto una visione chiara della situazione.
Parola alle intervistate
La Dad secondo gli insegnanti
Qual è stata la vostra prima impressione riguardo questo metodo di didattica? Come l’avreste immaginata?


Prof: “Ovviamente questa modalità d’insegnamento è stata una novità, che si è catapultata su di noi molto velocemente. La mia prima impressione è stata quella di avere la sensazione di non esserne all’altezza, dato il poco tempo di organizzazione e di preparazione. Con il tempo tutti noi abbiamo imparato a programmare e incontrare voi ragazzi secondo una modalità diversa rispetto a quella a cui eravamo abituati.
È stata anche una sorta di messa in gioco, una sfida, che ci ha permesso di costruire un “ponte” tra professori e alunni. Sicuramente, la DaD non è paragonabile al nostro fare scuola in presenza, ma possiamo trovare aspetti positivi e altri negativi: ha permesso la continuazione dell’insegnamento, apprendimento e crescita ma, allo stesso tempo, ha creato delle mancanze profonde“.
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La Dad secondo gli studenti


Federica: “Nessuno avrebbe mai immaginato di incominciare la DaD, fin quando non ci è stata proposta come unica soluzione per svolgere le lezioni. All’inizio la immaginavo come uno scambio di videochiamata tra alunni e professori e un susseguirsi di varie interrogazioni orali. A causa di tutta questa situazione temevo di non riuscire a mantenere costante la mia attenzione”.
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La trasformazione della didattica
E ora invece, che opinione avete? A distanza di 9 mesi la vostra prima impressione è rimasta la stessa o avete cambiato il vostro giudizio?
Prof: “A distanza di 9 mesi, la mia impressione è cambiata. Questo perché nella seconda fase riusciamo a gestire meglio il tutto. Abbiamo imparato tante cose offerte dalle piattaforme utilizzate e le regole sono sicuramente di più. Io mi sento più preparata, e so che anche voi ragazzi avete appreso tanto, nonostante la mancanza della presenza“.
Federica: “A distanza di 9 mesi è cambiato tutto, poiché nella prima quarantena non facevamo 5 ore bensì 2 o 3 giornaliere con interrogazioni e qualche test. Ora la situazione si è capovolta, alle interrogazioni e ai test si sono aggiunti altri materiali multimediali, inviati dai professori che hanno reso la situazione più impegnativa. Ciò ha portato a una stanchezza non solo fisica ma anche psicologia“.
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Quali sono state le conseguenze
Secondo i professori
Prof: “A livello fisico ne ho risentito abbastanza, le tante ore davanti al pc mi hanno creato problemi alla vista e anche alla postura. A livello psicologico invece, ho riscontrato la nascita di stress e soprattutto di una mancanza incolmabile e insostituibile della vostra presenza. A me personalmente è mancato tanto tutto, anche solo il vostro scambio di sguardi, le vostre risate e il vostro chiacchierare. Quando ci siamo rivisti a settembre mi è sembrato di vedervi cambiati e maturati, avete dimostrato la vostra voglia di fare e non mollare che ho apprezzato tantissimo. Attraverso un monitor, purtroppo, non è la stessa cosa“.
Secondo gli alunni
Federica: “Come ho già accennato prima, ho riscontrato problemi sia a livello psicologico che fisico, in quanto stare davanti a un computer per 5 ore sicuramente non è una situazione salutare. Dopo poche ore, entra in gioco anche la stanchezza. Inoltre sento molto la mancanza del contatto fisico sia con i professori che con i compagni. Uno dei momenti che più mi manca è certamente la ricreazione; in quei pochi minuti potevamo distrarci e parlare tra noi ragazzi”.
un’esperienza unica❤️
CHE ESPERIENZA!