Dalla Pagina Facebook della deputata Debora Serracchiani
Debora Serracchiani diga Vajont: la deputata del Partito Democratico fa una gaffe su Twitter nell’anniversario della tragedia del Vajont. Il tweet della Serracchiani è stato immediatamente rimosso ma ormai era troppo tardi. Nella serata di ieri la deputata del PD ha chiesto pubblicamente scusa per l’errore.
Dalla Pagina Facebook della deputata Debora Serracchiani
Ieri, 9 ottobre ricorreva l’anniversario della tragedia del Vajont e la deputata Debora Serracchiani ha voluto ricordarlo. Sfortunatamente per lei, però, in un tweet, immediatamente rimosso, la deputata del Partito Democratico avrebbe fatto diversi errori. La Serracchiani avrebbe scritto: “Non dimentichiamo le vittime e la catastrofe di 59 anni fa con il crollo della diga del Vajont. Una tragedia in cui persero la vita oltre 2000 persone. Una ferita dolorosa per #FVG (Friuli-Venezia Giulia) e per l’Italia intera”. Analizzando il tweet si notano immediatamente due errori gravissimi della Serracchiani. Il primo che la tragedia non fu causata dal crollo della diga, ma da una devastante frana. Il secondo, ancora più grave, riguarda la posizione della diga che la deputata pone in Friuli-Venezia Giulia e non in Veneto. Un errore che la governatrice del Friuli-Venezia Giulia dal 2013 al 2018 avrebbe dovuto evitare.
Debora Serracchiani diga Vajont: tweet cancellato e scuse
Il suo tweet ha scatenato il web. Tra i vari commenti si legge: “Serracchiani è comunque più brava come storica che come politica. L’hai ricostruita tu la diga che non è mai crollata, lo hai fatto quando eri presidente di Regione? Che vergogna. Perfetta rappresentazione della classe dirigente dell’Italia in tutta la sua ignoranza e approssimazione.” Sono state immediate le scuse della deputata del Partito Democratico. Infatti, un altro tweet la Serracchiani ha scritto: “Molti di voi hanno segnalato errori nel mio tweet sulla catastrofe del Vajont. Sono stata su quei luoghi, e la verità verso i fatti avvenuti impone di ricordare che la diga non crollò. Gravi furono le responsabilità umane. Giusto ricordare le tante vittime venete”. Il web, però, ormai si era scatenato e le polemiche erano partite. Troppo spesso capitano errori del genere in politica.
Sul Corriere della sera dell’11 ottobre 1963 si leggeva: “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia”, Si tratta delle parole di Dino Buzzati giornalista che descrisse nel miglior modo possibile la tragedia del Vajont. Infatti, nell’ottobre 1963 260 milioni di metri cubi di terra piombarono nel bacino artificiale del Vajont e determinarono una tragedia. La gigantesca frana staccata dal Monte Toc, nelle Prealpi bellunesi, tra il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto, provocò due onde. Tali onde superarono la diga cancellando dalla faccia della terra Longarone e alcune frazioni dei paesi vicini. Pe ironia della sorte la diga è ancora lì, incompleta e mai messa in funzione. In quella tragedia persero la vita circa 2000 persone, solo 700 furono ritrovate e identificate.