Di Maio Franceschini Giorgetti: è questo lo stravagante trio del neo Governo di Mario Draghi. Rispettivamente, sono i vice leader di M5S, Pd e Lega e per la prima volta lavoreranno insieme all’esecutivo. Così diversi tra loro, avevano già da tempo un’idea in comune: puntare sull’ex presidente della Bce.
Ti consigliamo come approfondimento – M5S rischio scissione. Lezzi: “Possiamo votare ‘No’ a Draghi!”
Di Maio Franceschini Giorgetti: Draghi aveva un piano?
Di Maio Franceschini Giorgetti: questi tre nomi sono il condimento principale del nuovo esecutivo. Il primo è stato confermato come Ministro degli esteri; il secondo continua con il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo; il terzo ha ottenuto il nuovo incarico di Ministro dello sviluppo economico. In sintesi, il quid del Governo sembra essere proprio concentrato tutto in questi tre dicasteri. Nonostante siano i vice leader di M5S, Pd e Lega, gestiranno molto più di quanto possano fare i loro superiori. Hanno la caratteristica di essere buoni mediatori, ma anche quella di prendere scelte immediate e inimmaginabili.
A questo punto, bisogna chiedersi se quella di Draghi non sia stata una mossa premeditata. Di Maio, Franceschini e Giorgetti hanno in mano le case politiche che rappresentano e buona parte delle coalizioni. Il voto di fiducia si avvicina, e avere accanto uomini così è un fattore da non sottovalutare. Dal canto loro, i tre ministri già da tempo avevano mostrato un solo unico punto saldo in comune: Draghi all’esecutivo.
Ti consigliamo come approfondimento – Conte lascia Palazzo Chigi, tra gli applausi passa la campanella a Draghi
Di Maio Franceschini Giorgetti: le posizioni dei tre partiti
Di Maio Franceschini Giorgetti – Il M5S è sull’orlo di un’implosione. Alcuni parlamentari del partito hanno sconfessato l’esito del sondaggio su Rousseau, chiedendo di rivotare. Contemporaneamente, buona parte di senatori e deputati si sono ribellati ai capogruppo e ai vertici. I pentastellati non sono mai stati così spaccati internamente, soprattutto dopo l’alleanza pattuita con Lega e Forza Italia.
La direzione del Pd punta in modo unanime verso Draghi. “Mattarella ha messo a disposizione del Parlamento una delle figure più autorevoli e prestigiose”. Così ha dichiarato il segretario Zingaretti.
Anche la Lega, alzando non pochi polveroni sull’idea di un Salvini europeista, ha dato il proprio appoggio. “Le priorità della Lega non sono i Ministeri, ma sono risolvere i problemi della salute, del lavoro e del ritorno alla vita normale. Non mettiamo veti. Prima si parte, meglio è”, ha affermato il leader del Carroccio.