Un comune antibiotico contro l’acne, la doxiciclina, potrebbe essere la cura contro il cancro al seno. (Leggi anche: Pillola hi-tech prende il posto della colonscopia: a Ravenna la novità) La ricerca, partita da Londra con esami in vitro, e proseguita a Pisa con sperimentazioni in vivo, sta portando a risultati soddisfacenti. Pubblicato sull’affermata rivista Frontiers in oncology, lo studio è stato condotto dall’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa in collaborazione con l’università di Salford a Manchester, l’Ateneo di Pisa e la Fondazione pisana per la scienza. I risultati sono significativi: le pazienti esaminate hanno riscontrato una riduzione del 40% delle cellule staminali neoplasiche.
Antibiotico anti-tumorale: la ricerca e i risultati
Da tempo i ricercatori di Salford, sotto la guida del professor Michael P.Lisanti, conducevano esperimenti in vitro con la doxiciclina. Si tratta di un farmaco comunemente utilizzato per il trattamento dell’acne. L’antibiotico è stato testato contro otto diversi tipi di tumore, tra cui quello alla mammella. Tali studi hanno gettato le basi per l’effettivo trial clinico, condotto nel Centro Senologico dell’Aoup.
Quindici pazienti, tutte con carcinoma alla mammella nello stadio iniziale, sono state sottoposte allo studio. Nello specifico, a 9 donne (gruppo sperimentale) è stata somministrata la doxiciclina per 14 giorni prima dell’intervento, con un dosaggio di 200 mg giornalieri; le restanti 6 (gruppo di controllo) si sono sottoposte alla chirurgia senza l’antibiotico. Confrontando i due gruppi è emerso che le 9 pazienti del braccio sperimentale avevano riscontrato nei tumori una riduzione significativa ( dal 17,5 al 66,67%) del marcatore di cellule staminali. Ciò vuol dire che la capacità di proliferazione e rigenerazione delle cellule neoplasiche si stava fortemente indebolendo.
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Gli effetti della doxiciclina sul tumore
Com’è possibile dunque che un farmaco anti-acne possa essere anche un anti-tumorale? La risposta sta nella capacità di quest’antibiotico di intaccare il funzionamento dei mitocondri. Questi piccoli organelli sono i principali centri energetici delle cellule, particolarmente numerosi in quelle cancerogene. Inibendo le proteine mitocondriali, il rifornimento energetico necessario alla cellula tumorale viene a mancare. Il risultato è che non riesce a sopravvivere.
Al momento la ricerca non può dirsi conclusa per il ristretto numero dei casi esaminati, ma di sicuro le basi per testare nuovi campioni ci sono, e anche molto promettenti.